Passa il bilancio delle tasse, l’opposizione: “Nodi al pettine”
Il consiglio ha approvato il bilancio di previsione tra gli attacchi dell'opposizione e i mugugni di parte della maggioranza, Cornacchia in testa. Una serata non facile per il sindaco Farioli nelle vesti di assessore al bilancio
E’ un bilancio preventivo non facile quello approvato dal consiglio comunale ieri sera a Palazzo Gilardoni. La Tasi porterà nelle casse del comune 14 milioni, la Tari 11, l’Imu 8 e l’Irpef qusi 5 milioni mentre la tassa sulle occupazioni di suolo pubblico circa 500 mila euro. Il sindaco Farioli, nelle vesti di assessore al bilancio che indossa da quando Laura Mira Bonomi ha rassegnato le dimissioni, ha dovuto difendersi da due critiche sostanziali: l‘aver approvato il bilancio preventivo a ottobre inoltrato e l’aver aumentato l’imposizione fiscale introducendo l’aliquota massima della Tasi e aver previsto il raddoppio dell’aliquota Irpef per il 2015: «Più che dello sceriffo di Nottingham – come lo ha definito il Pd e in particolare Salvatore Vita – c’è da preoccuparsi del Principe Giovanni che sta a Roma, che mette nuove tasse e taglia i fondi ai Comuni. Per Busto il taglio nel 2014 è stato di 7 milioni. Noi abbiamo ridotto l’indebitamento del 56% in 8 anni, a Roma il debito lo creano».
Ad attaccare la politica fiscale della giunta sono stati, principalmente, Pd e Sel che hanno criticato la decisione di puntare sulla Tasi, che pagano tutti i proprietari di immobili indistintamente e anche (per il 30%) gli inquilini, e non sull’aumento dell’aliquota Irpef che invece è rimasta invariata al 4 per 1000 e avrebbe colpito solo chi ha un lavoro. Sel ha criticato, invece, la scelta di aumentare i costi di affitto delle sale comunali per i cittadini.
Il consigliere Pd Valerio Mariani ha ricordato anche che «il sindaco ha parlato di pressione fiscale bassa in questi anni ma io ricordo una verifica Tarsu a tappeto che ha stanato qualche furfante ma ha efatto sborsare qualche centinaio di euro a poveri cittadini onesti. Abbiamo chiesto di puntare su chi ha reddito e non su chi magari ha la casa ma non ha lavoro – ha detto Mariani – ma non siamo stati ascoltati. Sono preoccupato perché non abbiamo fatto mai mancare un ragionamento sui singoli provvedimenti. Qui la politica non fa il suo dovere scaricando la colpa su Renzi. Confrontatevi sui temi e non andate avanti a prove di forza. Abbiamo letto il bilancio pluriennale che nel 2015 parla di un raddoppio degli incassi da 4 a 9 mln con l’Irpef. Possiamo ragionare su una tassazione diversa». La collega di partito Cinzia Berutti ha criticato il modo in cui è stato stilato il bilancio: «Vediamo tante voci che si possono eliminare procedendo ad estinzioni dei mutui, soldi bloccati che non possiamo toccare perchè vincolate da anni senza sapere bene il perchè. Dopo anni vediamo che il conto da 100 milioni di euro in opere mai completate lo pagano i cittadini». Il capogruppo Picco Bellazzi ha parlato di un «salasso che mia moglie mi annuncerà solo quando avrà pagato tutto». Salvatore Vita ha chiesto più attenzione per i senza tetto «che fine ha fatto il rifugio?» e ha definito la politica fiscale da «sceriffo di Nottingham»
Marco Cirigliano di Sel si chiede «se sia legittimo votare un bilancio che non valorizza il patrimonio comunale e perché Laura Mira Bonomi se ne sia andata senza una apparente spiegazione». Gian Pietro Rossi, che si è astenuto, ha chiesto di «riportare in Comune ciò che è stato esternalizzato viste le condizioni in cui si trovano alcune zone della città, ad esempio piazza Santa Maria». Il consigliere Ivan Catalano, infine, ha presentato alcune mozioni su agevolazioni per l’uso dei trasporti pubblici e trasparenza del bilancio pubblicandolo sul sito in maniera consultabile dai cittadini.
Qualche critica al bilancio è arrivata anche dalla maggioranza con il consigliere di Forza Italia Alberto Riva che ha chiesto più coraggio nelle scelte, soprattutto per quanto riguarda la sburocratizzazione del sistema. Marco Albertini (Lega Nord) ed Enrico Salomi (Forza Italia) hanno chiesto sgravi fiscali, a partire dall’anno prossimo, per le start up e l’assegnazione della benemerenza agli imprenditori che ci credono ancora. Checco Lattuada, Paolo Genoni e il presidente del consiglio Diego Cornacchia hanno chiesto di spostare i soldi previsti per il restauro del conventino (1 milione di euro) per intervenire sull’ex-calzaturificio Borri ma hanno incassato il parere contrario dei dirigenti.
Le risposte degli assessori non si sono fatte attendere con Paola Reguzzoni che ha spiegato perchè ci siano alcune voci che si trascinano da anni nel bilancio: «Si tratta di residui passivi che sono generati da risparmi nella realizzazione delle opere che e si potranno usare solo quando l’opera sarà completata e i fornitori pagati. Il vero problema è il patto di stabilità che non ci permette, in generale di spendere i soldi che abbiamo. Il piano opere va avanti a vista perchè possiamo pagare le ditte in base a quanto incassiamo mese per mese. Non vogliamo fare i belli sulle spalle delle ditte mettendole in sofferenza. Quando abbiamo i soldi andiamo avanti e piuttosto sono disposta a prendere le lamentele delle persone che incontro per strada. Un esempio sono i lavoro fermi al commissariato. Seguo la regola che mi ha insegnato mio padre: prima di tutelare la casa tutelo il lavoro».
L’assessore alla Sicurezza e all’educazione Claudio Fantinati spiega che «la mozione presentata da Catalano sulle agevolazioni a categorie diverse da quelle attuali nel trasporto pubblico locale non mi vede contrario ma dobbiamo discutere in commissione le modalità. Sui servizi educativi la scelta è semplice: abbiamo deciso di tenere ferme tariffe ma l’ente ha bisogno di risorse e per questo abbiamo preferito recuperarle da servizi individuali che per noi sono meno fondamentali per il cittadino». L’assessore Ivo Azzimonti, punzecchiato sulla mancanza della sua relazione, ha specificato che la sua è compresa in quella del sindaco.
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