Trenord, nuova petizione di protesta
È stata lanciata su Change.org, in un periodo in cui si registrano molti disagi sulle linee, per varie ragioni
«Chiediamo treni più confortevoli, chiediamo personale più qualificato ed in grado di rispondere alle nostre domande. Altrimenti non pagheremo più l’abbonamento». È la nuova petizione a Trenord partita su Change.org, popolare piattaforma di "cause" condivise: è stata lanciata pochi giorni fa, in corrispondenza con un periodo di particolari disagi sulle linee lombarde e il promotore – un pendolare bresciano – cita anche il guasto a Melzo (una delle "stazioni porta" di Milano, venendo da Est, allagata dalle piogge torrenziali) che ha provocato diversi problemi alle linee da Brescia e Treviglio, compresi i treni suburbani S5 e S6 diretti verso Varese e Novara.
«Siamo stanchi dei continui disservizi a cui le società ferroviarie Trenord e RFI hanno abituato i suoi clienti, per la maggiorparte pendolari che ogni giorno sono costretti ad utilizzare il mezzo di trasporto ferroviario per recarsi sul luogo di lavoro» si legge nella petizione. «I treni sono fatiscenti, si guastano in continuazione per la scarsa manutenzione e perchè il materiale meccanico è ormai decrepito. Ci avevate promesso carrozze nuove e rinnovate, ed invece con il passare degli anni la situazione è solo peggiorata. I treni sono sempre più corti, i posti a sedere sempre più stretti, l’aria condizionata non dovrebbe essere un optional, dovrebbe essere un diritto: provate a prendere uno dei vostri treni lasciato in sosta al sole per ore fuori dalla stazione di Milano Centrale in pieno agosto e senza impianto di climatizzazione».
Cosa chiede la petizione? «Che la situazione venga risanata al più presto, chiediamo treni più confortevoli, chiediamo personale più qualificato ed in grado di rispondere alle nostre domande, chiediamo che agli aumenti che noi paghiamo corrisponda un miglioramento delle condizioni di viaggio». In caso questi obbiettivi non vengano raggiunti dall’azienda, «noi pendolari ci riserviamo la scelta di scioperare (proprio come fanno i vostri dipendenti un venerdì al mese) non pagando il costo dell’abbonamento mensile, così da rimborsarci autonomamente dei disservizi che abbiamo subito».
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