Passione, un rito che sul Verbano si chiama Entierro

Nel paese sul Lago Maggiore viene tenuta viva una processione nata da un antico rito di origine spagnola. Quest'anno la cerimonia speciale del venerdì Santo partirà alle ore 20.30 dalla chiesa di San Carlo

germignaga

Tradizioni speciali, dove storia e religione si intrecciano e da secoli diventano patrimoni dei luoghi. Un lettore ci parla di una Passione particolare, una processione che si chiama Entierro e che si tiene ogni anno a Germignaga dal 1686.

Si tratta di un rito di origine spagnola molto antico, chiamato “Entierro”, ossia sepoltura, che affonda le proprie radici nel culto della Madonna Addolorataa e che a Germignaga, paese con poco meno di 4000 abitanti affacciato sulle rive del Lago Maggiore viene celebrato da secoli.
Entierro divenne il modello di processione del venerdì Santo per moltissimi paesi e città della Lombardia e del Piemonte, tra cui la stessa Germignaga, dove l’usanza si tramanda di generazione in generazione da più di 300 anni.

La processione si snoda in tutto il centro storico del paese ed è composta da figuranti. La Confraternita del SS. Sacramento trasporta una pesante urna in metallo e vetro, in cui viene adagiato un simulacro ligneo con braccia mobili di Cristo, che prima della funzione viene deposto dalla croce. La solenne processione di oggi, venerdì Santo, partirà alle ore 20.30 dalla chiesa di San Carlo. Si tratta di un vero e proprio evento per gli abitanti che considerano l’Entierro una ricorrenza fondamentale nella storia della propria identità culturale.

Per comprendere a fondo le origini dell’antico rito è necessario fare un viaggio nella macchina del tempo e tornare al 1506 quando, dopo la morte del marito Felipe I, la regina Juana diede vita, con l’aiuto delle numerose confraternite, alla processione omonima, cioè alla rappresentazione della sepoltura o interramento del Cristo, dove la statua dell’Addolorata, a volte con altre figure, segue la statua del Cristo Morto. Da allora fu ripetuta nelle processioni penitenziali tipiche della Settimana Santa.

A volte si tratta di vere e proprie rappresentazioni con quadri dei momenti più importanti della Passione: Maria che segue il Figlio e la incontra sulla salita del Calvario, Maria ai piedi del Crocifisso e Maria alla Deposizione. Sono riti altamente suggestivi e realistici che diedero luogo anche a vere e proprie rappresentazioni sacre dette Misteri. Da allora, tale cerimonia, non solo si è diffusa a macchia d’olio nelle terre sotto dominazione spagnola, ma è giunta sino la Provincia di Varese a fine XVII secolo dove la Confraternita di santa Marta l’ha gestita e proseguita sino ai primi decenni dell’Ottocento. In Lombardia, secondo le norme del sinodo di Milano del 1636, la processione doveva essere effettuata in reverente silenzio dopo il vespero, prima dell’Ave Maria.

Ci si doveva astenere dal portare armi, dall’esplodere colpi di arma da fuoco, non potevano essere allestite scene di rappresentazioni sacre con teatri di personaggi della Passione (si escludeva il ricorso a figuranti viventi), e non poteva esser eseguita musica, in special modo con strumenti considerati profani.

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Pubblicato il 03 Aprile 2015
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