Caro Conte, una telefonata a Pavoletti non è tempo sprecato

L'ex centravanti del Varese da quando è al Genoa ha segnato 10 gol in 17 partite. Perché non dargli una possibilità in vista dei prossimi Europei?

Varese - Novara 2-2 - Salvezza raggiunta (inserita in galleria)

Giaccherini c’è, c’è anche Okaka che sta facendo bene in Belgio, ed ecco anche Cerci un po’ a sorpresa. C’è – e siamo ben felici che la sua chiamata non sia più una notizia – il nostro Marco Parolo – e ci sono giovani rampanti come Bonaventura, Gabbiadini o Florenzi.

Nelle convocazioni di Antonio Conte, in vista delle amichevoli con il Belgio (venerdì 13) a Bruxelles e la Romania (martedì 17) a Bologna, c’è una bella fetta dell’Italia che tra giugno e luglio 2016 dovrà ritrovare le luci della ribalta sulla scena degli Europei, due anni dopo la disfatta brasiliana ai Mondiali.

Una squadra che, almeno per adesso, si affida a una coppia d’attacco quantomeno curiosa (intendiamoci: in questo momento è la migliore possibile), formata da un brasiliano naturalizzato che in Serie A fa sfracelli – Eder – e da un salentino emigrato dopo aver trovato troppe porte chiuse nel Belpaese – Pellé – e capace di segnare a raffica prima in Olanda e poi in Inghilterra.

In un quadro simile, da queste parti, confessiamo di coltivare un sogno. Se Eder segna e convince in maglia blucerchiata, c’è un altro attaccante che sta facendo felice la gente di Genova, però di sponda rossoblu. È un giocatore forte sotto il profilo fisico, rapace in area di rigore, tecnico il giusto per calciare i rigori e trovare giocate di fino. Un ragazzo umile (il giusto) ma per nulla remissivo, che in carriera ha dovuto più volte ripartire dal basso e sgomitare con tutti per dimostrare di essere più bravo degli altri.

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A Varese lo conosciamo bene: viene da Livorno, si chiama Leonardo, e con la maglia biancorossa numero 14 è stato capace di segnare ben 24 volte in un anno solo. A 27 anni – li compirà a fine novembre – con la maglia del Genoa ha finalmente trovato un posto al sole in Serie A: 6 gol in 10 partite nella seconda metà dello scorso campionato, 4 reti in 7 presenze in questo scorcio di autunno. Medie clamorose in una squadra di discreta caratura, che ne fanno il terzo marcatore italiano – a pari merito con altri – di Serie A – dietro al già citato Eder e a Lorenzo Insigne.

È un nostro parere, ed è un parere di parte perché la nostra ammirazione e il nostro affetto per Leonardo Pavoletti ha pochi eguali (forse il solo Neto ci emoziona di più, tra quelli che hanno vestito la maglia del Varese), ma crediamo che il centravanti livornese da qui a primavera meriti almeno una convocazione da parte di Conte. Vero, non ha il pedigree di altri, non ha sponsor importanti e deve continuare così; detto questo però siamo certi che una chiamata da parte del commissario tecnico non sarebbe una telefonata sprecata.

Mal che vada, per lui non ci sarà posto, se invece le cose si mettessero bene garantiamo personalmente che uno come il Pavo può sempre tornare utile. Vi ricordate Schillaci nel 1990? Primo anno di A (vero: in una buona Juventus che vinse Uefa e Coppa Italia) ed eroe nazionale delle Notti Magiche? Vabbé, stiamo sognando, ma non costa niente. Lo stesso prezzo di una convocazione azzurra.

Damiano Franzetti
damiano.franzetti@varesenews.it

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Pubblicato il 10 Novembre 2015
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