Regione e Comune: “Lo Sblocca Italia non fermi lo spegnimento di Accam”
Da una parte il leghista Cecchetti festeggia per l'avvio del processo di decommissioning dell'impianto di Borsano e dall'altro il sindaco Farioli scrive al Ministero dell'Ambiente chiedendo di collaborare
«La chiusura del termovalorizzatore di Busto Arsizio è un’ottima notizia: da un lato si difendono i cittadini e il territorio, dall’altro si evitano maggiormente i rifiuti provenienti dalle altre regioni». Commenta così il vicepresidente del Consiglio Regionale della Lombardia, Fabrizio Cecchetti (Lega Nord), la decisione assunta dai soci di Accam di chiudere il termovalorizzatore di Busto Arsizio entro il dicembre 2017.
«Questa scelta – continua Cecchetti – segue perfettamente l’indirizzo dato lo scorso anno dal Consiglio Regionale che prevedeva la dismissione degli impianti più obsoleti cioè quelli meno performanti dal punto di vista ambientale e dei costi». Il consigliere regionale sottolinea anche che «proprio per il decreto del Governo Renzi che ci costringerà, nostro malgrado,a ricevere rifiuti anche fuori regione, è necessario non avere in Lombardia più impianti di quanti ne servono effettivamente, proprio per evitare di ricevere la spazzatura da quei territori che in questi anni non sono stati in grado di realizzare un sistema autosufficiente di smaltimento rifiuti».
«Cecchetti mette poi l’accento anche sulla questione occupazione «è molto positivo che i soci abbiano inserito nel documento di indirizzo anche la salvaguardia del futuro lavorativo dei dipendenti Accam. In un momento di crisi come quello che stiamo attraversando è fondamentale non perdere neanche un posto di lavoro».
Soddisfazione espressa anche dal sindaco di Busto Arsizio Gigi Farioli che ha scritto una lunga lettera nella quale invita tutti gli attori in causa a partire dal Ministero dell’Ambiente fino ai funzionari regionali più vicini al territorio, Arpa compresa, che questo processo è il risultato di un cammino condiviso a vari livelli e che per questo deve essere accompagnato perchè si raggiunga l’obiettivo di smantellare l’inceneritore e bonificare l’area, attivare la nuova società di gestione che comprenda i rami ambientali delle partecipate di Busto Arsizio, Legnano e Gallarate.
La menzione del ministero – spiega Farioli – è finalizzata proprio a coinvolgere il più alto livello di governance per evitare che l’art. 35 del decreto Sblocca Italia possa in qualche modo fermare un processo che vede il territorio compatto per lo spegnimento dei camini di Accam.
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