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Il ministro Kyenge: “Stiamo lavorando per dare risposte immediate”
In una nota la commissione per le adozioni internazionali ricostruisce i passaggi seguiti dal ministro per la vicenda che vede 26 coppie di genitori adottivi bloccate in Congo
Sulla vicenda che vede 26 coppie di genitori bloccate in Congo da vincoli burocratici che non ne permettono l’espatrio con i propri figli adottivi, l’ufficio della ministra Kyenge comunica che si sta mantrendendo in contatto stretto con la Farnesina per esplorare ogni possibile azione che possa spingere il Governo di Kinshasa a dare seguito alle assicurazioni fornite in precedenza. In una nota diffusa dalla commissione per le adozioni internazionali, che fa capo alla presidenza del consiglio dei ministri, vengono ricostruiti i passaggib ministeriali della vicenda:
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Proprio il blocco delle adozioni, disposto dalle autorità congolesi a fine settembre, è stato uno dei motivi principali per la sua visita in Congo dal 4 al 7 novembre.
Il giorno stesso del suo arrivo a Kinshasa, la ministra ha incontrato dapprima la ministra per la Famiglia, poi il ministro dell’Interno e il Direttore Generale per la Migrazione, accompagnati dai loro collaboratori. L’intesa raggiunta al termine della riunione, lunga e dettagliata, è stata che la DGM avrebbe confrontato con l’Ambasciata la lista delle adozioni considerate “in regola” e per le quali quindi sarebbe stata rilasciata l’autorizzazione alla partenza.
E’ dall’Ambasciata, quindi, che in base a quanto concordato, era attesa, da un giorno all’altro, la notizia della convocazione presso la Direzione Generale per la Migrazione per la verifica definitiva della lista delle adozioni autorizzate a partire, nonostante la sospensione disposta dalle autorità congolesi.
Nonostante i ripetuti interventi dell’Ambasciatore a Kinshasa quelle autorità non hanno dato immediato seguito agli impegni assunti con la ministra. Un ritardo che si è ritenuto inizialmente giustificato dalla situazione contingente del Paese, ad una fase cruciale della sua storia.
Si andava frattanto diffondendo la voce che, nonostante il silenzio delle autorità, altre liste – non ufficiali – stessero circolando, ed insieme ad esse la voce che le coppie di adottanti sarebbero state presto autorizzate a partire con i loro figli adottivi.
Né l’ufficio della ministra, né la ministra stessa, hanno mai incoraggiato a dare credito a tali voci, e meno ancora hanno incoraggiato le coppie adottanti a partire per il Congo per andare a prendere i figli adottivi (lo stesso sito della CAI, del resto, come è noto, non ha modificato il comunicato a suo tempo emesso a seguito della sospensione disposta dalle Autorità congolesi).
Mentre l’ambasciatore a Kinshasa intensificava la sua pressione su quelle autorità, sui ministri competenti, sulla Direzione Generale per le Migrazioni e, da ultimo, chiedendo di essere ricevuto dal Primo Ministro, la ministra Kyenge è intervenuta anch’essa personalmente direttamente sul Ministro dell’Interno del Congo per sollecitare una pronta adesione di quelle autorità agli impegni adottati in occasione della sua visita degli inizi di novembre.
L’ufficio della ministra Kyenge si mantiene in contatto stretto con la Farnesina per esplorare ogni possibile azione che possa spingere il Governo di Kinshasa a dare seguito alle assicurazioni fornite alla ministra, ponendo così fine alla estenuante attesa delle famiglie e dando finalmente soddisfazione al loro desiderio di poter dare il calore di una famiglia a bambini che non hanno avuto la fortuna di averne una propria.
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