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Magarò e il PdL: “Per Amsc pronti ad andare dal Prefetto”
Dopo il furto scoperto in Commerciale Gas, il centrodestra chiede le dimissioni del presidente Praderio e un consiglio comunale per discutere di Amsc. "Hanno paura di confrontarsi con Caianiello e Ramponi"
Il PdL fa quadrato e insieme a Quintino Magarò chiede le dimissioni del presidente di Amsc Sergio Praderio, dopo il caso del furto alla Commerciale Gas scoperto grazie ai consulenti esterni. «È la goccia che fa traboccare il vaso, dopo che tante questioni che abbiamo sollevato nei mesi scorsi che riguardano la municipalizzata, al di lá della cronaca recente» attacca Quintino Magarò. Che a proposito di Praderio usa una categoria pesante: «Omertà». Il riferimento è a martedì scorso, quando il presidente di Amsc si è presentato in consiglio comunale per relazionare: secondo le ricostruzioni degli inquirenti in quella data le indagini erano già avviati e, secondo Magarò e il PdL, Praderio avrebbe dovuto parlare dell’indagine in seduta pubblica. «Non più tardi di martedì è venuto a fare la sua passerella, ci ha raccontato quanto è stato bravo ma non ha messo al corrente di quanto già si sapeva, uno sfregio alla città», dice Massimo Bossi, capogruppo del PdL. La strategia di Magarò e del PdL punta a coinvolgere anche la Lega per muoversi congiuntamente nella richiesta di dimissioni e di una discussione pubblica su Amsc: «Abbiamo firmato una richiesta di consiglio comunale, cosa mai fatta in anni, e ora ci auguriamo che il presidente consiglio (Marco Casillo, ndr) non aspetti i 20 giorno canonici», dicono. «Non ci diranno nulla in consiglio comunale – profetizza Magarò – ma io vado dal Prefetto chiederò il commissariale l’azienda».
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Magarò e il PdL fanno risalire comunque la responsabilità del caso non solo al cda di Amsc, ma anche ai revisori e, in definitiva, al sindaco Guenzani che ha scelti i vertici della ex municipalizzata. «Se non si vendeva la Commerciale Gas non ci si sarebbe accorti di nulla, ora vogliamo sentire relazione del sindaco e dell’assessore competente Lovazzano», dice ancora Massimo Bossi. «Si sono riempiti la bocca di gestione trasparente, mi sa che devono guardare la trave nel loro occhio più che la pagliuzza nell’occhio altrui», conclude Bossi. «Colpa del sindaco, che imbonisce tutti e sta distruggendo quanto costruito in 10 anni di sacrifici fatti» attacca anche Aldo Simeoni. «Questo sindaco va mandato a casa perché non riesce a far crescere la città, non ci sono più gru e il commercio è in crisi nera. Siamo alla vigilia di Expo e in città non c’è neppure un cartello che annunci Expo 2015». Anzi, ora a partire dalla vicenda recente, il PdL chiede di rivedere anche tutto quanto si è detto su Amsc, «tutta le bugie che ci hanno raccontato», sintetizza Bossi. Così si torna a parlare dell’indebitamento di Amsc che – rivendica il PdL – era funzionale alla crescita della città, non solo nei servizi erogati direttamente: «Amsc sganciava 70mila euro per la cultura e i teatri, la gente andava al teatro e poi spendeva nei bar e nei ristoranti». Secondo il PdL il confronto aperto non c’è mai stato, «perché hanno paura del vecchio management, del confronto con Caianiello e Ramponi». In questo, il centrodestra di marca berlusconiana lamenta la mancanza di un esponente dell’opposizione dentro ai Cda delle municipalizzate, una scelta considerata di scarsa trasparenza.
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