Respinta la sfiducia, Maroni: “Mi ricandido”
Larga la maggioranza per il presidente della Regione Lombardia. Protesta in aula dei 5Stelle che porta alla sospensione della seduta e all'espulsione dei consiglieri grillini
Respinta la mozione di sfiducia nei confronti del Governatore della Lombardia Roberto Maroni, che non arretra, ma rilancia candidandosi alle elezioni regionali del 2018.
Larga la maggioranza per il presidente della Regione Lombardia: 45 i voti contrari, arrivati da tutta la maggioranza, e 31 invece quelli a favore della sfiducia da parte del centrosinistra. Vibranti le proteste tra le fila dei consiglieri regionali del Movimento 5 Stelle, espulsi dall’aula dopo una sospensione della seduta per aver inscenato una protesta indossando felpe bianche con la scritta rossa “Fuori dai Maroni” e usato fischietti.
Come detto Maroni ha subito postato su Facebook la propria intenzione a ricandidarsi alle prossime elezioni regionali del 2018:
“La mia maggioranza compatta ha respinto la strampalata mozione di sfiducia presentata contro di me dalle opposizioni in Consiglio regionale. Ringrazio tutti i miei consiglieri e i miei assessori per la fiducia che mi hanno riconfermato. Anzi, prendo il voto di oggi come uno stimolo: non solo non mi dimetto, MA HO DECISO DI RICANDIDARMI alle prossime elezioni regionali nel 2018, per far rivincere il centrodestra”.
In una nota i M5S Lombardia, attaccano Maroni e la maggioranza:
“Il voto di fiducia a Maroni è indecente. Ha promesso discontinuità, legalità e trasparenza: ha fallito miseramente. Si è presentato con le scope, ora è attaccato alla poltrona con le dentiere. Se alle parole non fanno seguito i fatti la credibilità è pari a zero. I consiglieri regionali di Lega, Ncd e Forza Italia sono corresponsabili del Presidente, il fango che annega la Lombardia è cosa loro. L’assicurazione sulla vita di Maroni si chiama NCD che ha più eletti che elettori: se si tornasse al voto sparirebbero. Noi siamo oggettivamente diversi e siamo pronti a cambiare la Lombardia: la sanità deve tornare a mettere al centro il servizio al cittadino e non il business, i controlli veri e ci vogliono persone pulite come la Ceribelli a scandagliare i numeri. Gli scandali che coinvolgono la Lombardia sono solo all’inizio, ci sono irregolarità palesi che verranno a galla e il legame Lega-Calabria-Ndrangheta sullo sfondo. Maroni si salva oggi per il rotto della cuffia, ma prima se ne va meglio è per i lombardi onesti che meritano una regione pulita. Per noi chi prende tangenti sui malati deve vergognarsi ed andare a casa”.
Alessandro Alfieri, del Partito Democratico, ha fatto un intervento duro:
“Vi condannate a una lenta agonia e i fatti recenti lo confermano. Maroni più volte ha diffidato tutti dall’accostare la sanità lombarda alla parola tangenti: oggi i fatti parlano da soli e smentiscono Maroni. Porterò legalità e trasparenza in Regione, disse al suo arrivo: missione fallita, i risultati sotto gli occhi di tutti. Grave è la responsabilità politica. Registriamo scelte errate nei modelli gestionali e nelle strutture organizzative e lacune gravi nel sistema dei controlli. Ampia copertura politica è stata data a persone che oggi sono in carcere, colpite da ordinanza di custodia cautelare e da indagini. Non si può parlare di semplici e sole responsabilità individuali: le sue dimissioni sono inevitabili, Presidente Maroni, lei non è in grado di garantire discontinuità col passato: la Lombardia non si merita l’attuale governo regionale”
Il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia, Raffaele Cattaneo
“In democrazia il dissenso è consentito, ma è ancor più necessario il rispetto di regole condivise. Chi ritiene, dopo aver incassato una sonora sconfitta politica, di dover inscenare un triste teatrino, scambiando l’Aula per il palcoscenico delle proprie gazzarre, interrompendo i lavori dell’aula parlamentare, impedendo la parola e calpestando ogni regola, rimanda alla memoria dei peggiori comportamenti squadristi e se ne deve assumere la responsabilità politica. Un atteggiamento inquietante e pericoloso che deve far riflettere perché qualcosa di simile lo abbiamo già visto nel passato: si comincia con il contestare le ‘aule sorde e grigie’ per terminare nel peggiore dei modi”
Umberto Ambrosoli, Patto Civico:
“E’ una responsabilità politica pesante la vostra, non avete voluto recidere il malaffare, non volete reciderlo. La fiducia dei lombardi è crollata, ci preoccupa soprattutto la vostra assenza di consapevolezza del problema, che dimostra quanto siate inadeguati nell’esercitare la responsabilità di governo a cui siete chiamati. Anche nelle azioni di contrasto al malaffare, prevale l’annuncio sull’efficacia dell’azione. Quello che è capitato qui in Regione Lombardia non rappresenta una macchia isolata ma una preoccupante e grave omogeneità. Va restituita ai cittadini lombardi la speranza nelle istituzioni, speranza che voi avete tradito”.
Angelo Capelli, capogruppo NCD:
“Quello che è capitato è grave, è una macchia che non aiuta ad avere la fiducia dei cittadini. La mozione è però un tentativo di sovrapporre i fatti che sono capitati con le scelte politiche in sanità. NCD voterà contro, non perché ci tocca ma perché va rilanciata l’azione nel campo sanitario. La riforma sanitaria è stata frutto di un ampio dibattito avvenuto tra le forze di maggioranza che tra maggioranza e minoranza. La legge c’è, va solo applicata. Con responsabilità, chiarezza e velocità, affinché venga attuata in tutti i suoi aspetti per dimostrare che nonostante le ferite di qualcuno qui dentro c’è tante gente seria e onesta cui sta a cuore l’interesse dei cittadini”.
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Se fossi la magistratura (peccato che non sia cosi’) mi porterei avanti con il lavoro e metterei subito sotto controllo i fantomatici nuovi commissari anticorruzione sanitaria lombardia. Se mai entreranno in funzione e se avranno poteri!