
I pannelli solari del Brasile arrivano “in saldo” sui tetti delle scuole
Il comune è riuscito ad aggiudicarsi ad un prezzo stracciato l'impianto che era sul tetto del padiglione ad Expo. E che non è mai entrato in funzione

Tutti si ricordano la sua rete, ma a Cassano Magnago il padiglione del Brasile ad Expo sarà ricordato per un’altra cosa: i pannelli solari. L’impianto fotovoltaico che copriva una parte della struttura arriverà presto sui tetti di quattro scuole della città, dopo quello che viene definito «un affare senza precedenti».

Il comune, attraverso Cassano Magnago Servizi, è riuscito a mettere le mani sull’impianto da 70 kw spendendo 27.000 euro, pochissimo per un impianto il cui costo sul mercato sarebbe di almeno 2 volte superiore. Ma c’è di più: «Quei pannelli sono stati montati ma mai entrati in servizio -racconta Paolo Rolandi, amministratore unico della società- e quindi noi ci troviamo in mano un impianto di altissima qualità e praticamente nuovo, un affare che non potevamo farci sfuggire».
La grande quantità di pannelli sarà divisa ora sui tetti di quattro scuole: le elementari Parini, Fermi e Rodari e le medie Maino. L’azienda ha stimato che l’attivazione dell’impianto porterà ad un risparmio di 36.000 chili di CO2 ogni anno che se si sommano a quelli evitati grazie ai pannelli montati sulla sede della Cassano Magnago Servizi e del centro cottura delle mense porta il totale del risparmio a 117 tonnellate di anidride carbonica risparmiate.

«L’intervento di installazione sarà anche accompagnato da alcuni interventi di efficienza energetica che porteranno alla fine il comune a risparmiare tra i 15 e i 20.000 euro all’anno dalla bolletta per le scuole», spiega Paolo Biscotto, il progettista che sta curando il trasloco dei pannelli. I lavoro inizieranno a breve e si concluderanno entro il prossimo settembre.
Ma come è nato questo affare? «Quasi per caso -racconta il sindaco Nicola Poliseno- cioè quando Roberto Pezzato, un genitore di Cassano, ha chiamato in comune dicendo che c’era questa opportunità». La macchina comunale si è messa subito in moto «anche perché un affare di questo tipo stava ingolosendo molto anche altre persone» e alla fine «abbiamo convinto il Brasile che questo sarebbe stato un grandissimo investimento ambientale ed educativo».
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