Lorenzo, 27 anni, liutaio: «Vi racconto l’arte di costruire violini»
In un paese dove spariscono le salumerie apre una bottega artigiana dove pezzi di legno prendono la forma della musica
Mani che leggono il legno e lo fanno suonare, note che arrivano da lontano, dai boschi della Val Di Fiemme dove crescono i migliori alberi e che qui, nella sua bottega, si trasformano in violini e violoncelli.
Benvenuti a Orino da Lorenzo Cinquepalmi, 27 anni, liutaio.
Sissignore: chiude qualche anno fa l’ultima salumeria e aprono nuove professioni, ultima, fra quelle ospitate nel piccolo paese della Valle, proprio quella di liutaio, l’artigiano della musica che aggiusta gli strumenti, li accorda, li lucida e soprattutto li costruisce, nuovi.
La scommessa di quesito giovane che ha fatto tanto studio e bottega da riuscire a creare uno strumento su misura, è partita l’estate scorsa.
Il grande passo è stato intrapreso prendendo in affitto un appartamento al primo piano in una storica casa di cortile di via della Rocca, nel pieno centro storico, subito trasformata in opificio artigiano; entrando ci sono le credenze con gli strumenti da sistemare e quelli realizzati; in fondo alla stanza, sotto la finestra, due violoncelli. Poi nell’altra camera un tavolo ricavato dal telaio in legno di un vecchio organo del ‘600 diventa il bancone di lavoro su cui pialle di ogni misura assottigliano le pareti del legno trasformandole in cassa di un violino o di una chitarra.
Lavoro difficile, quello del liutaio: sono in pochi qui in zona, e non ti aspetti di trovarti di fronte un artigiano così giovane a metà pomeriggio di una assolata giornata di fine settembre, in grado di svelare che i violini nascono a 1.300 metri da legni di abete e di acero: «Sì, sono stato diverse volte in val Pusteria con le guide a cercare gli alberi migliori. Gli dici: “Questo va bene” e loro ti fanno avere il legname».
Ma questo è solo uno dei passaggi per realizzare uno strumento. Stiamo parlando di oggetti di valore, che servono a musicisti esperti, da fine conservatorio. O da professionisti. Ma come si inizia? Come si crea?
«La scelta del legno è il primo, fondamentale passo per la buona riuscita di uno strumento – racconta Lorenzo, mentre è alle prese con l’ascolto di un violoncello – . Il legname va acquistato di solito già stagionato, e maggiore è la stagionatura, maggiore è il prezzo. Ma non si può può lavorare solo a commessa: devi prima di tutto avere la tua scorta di legname, che ha un costo piuttosto elevato».
Qualche esempio? «Le tavole già tagliate per violino possono avere un costo “vivo” di più di 500 euro. Oltre che agli altri materiali. Senza contare la mano d’opera».
Quanto ci vuole per realizzare un violino? «Un mese e mezzo, lavorando otto ore al giorno».
E quanto costa? «Attorno ai 3.000 euro, ma poi il prezzo può variare a seconda di ciò che il cliente chiede. Per un violoncello, invece, i costi sono più alti: si parla di 800 ore di lavoro e il prezzo si aggira attorno agli 8-9.000 euro. Beninteso: sono prezzi che pratico ora, che sono all’inizio della mia avventura».
Il business gira però anche attorno alle riparazioni, magari di strumenti realizzati nel secolo scorso o addirittura a fine ‘800, ma in fabbrica.
«Sì ho strumenti su cui sto lavorando che sono stati realizzati in fabbrica, ma con un livello e una qualità di lavorazione molto elevata – spiega Lorenzo – . Il cliente mi chiede di solito piccole riparazioni, sostituzione delle corde, lucidatura, restauro e messa a punto».
I ferri del mestiere sono pialla e rasiera, poi ci vuole una gran mano per capire come tagliare e trattare il legno.
Il legno: qui in Valcuvia ce n’è tanto. Boschi di faggi, castagni: si possono utilizzare queste essenze per realizzare strumenti? «Il legno migliore arriva dal Trentino, dove c’è clima e altitudine particolare. Anche gli strumenti di Stradivari venivano realizzati con questa materia prima. Da noi c’è del buon faggio, ma si tratta di un legname che può venir impiegato per realizzare chitarre. Violini e violoncelli no, per quelli ci vuole l’abete rosso di risonanza».
Dove si impara questo mestiere? «Fondamentale è la pratica. È importantissima. Ma anche lo studio. Io mi sono preparato alla Civica scuola di liuteria di Milano. Al termine dei primi due anni diventi operatore liutaio, e con gli altri due acquisisci la qualifica di maestro liutaio. Insegnano sia il lavoro su strumenti ad arco sia a pizzico. Il tirocinio del quarto anno l’ho invece fatto a Trento, poi un anno di specializzazione a Cremona».
L’aspetto affascinante di questa professione, aldilà dei luoghi comuni che fanno pensare ad antichi strumenti battuti all’asta per decine di milioni di euro, riguarda il rapporto costo/tempo di produzione, ma soprattutto il valore che gli strumenti realizzati artigianalmente acquistano col tempo.
«Un violino fatto a mano e su misura è uno strumento indispensabile per un professionista – spiega Lorenzo – . Ma è anche un buon investimento che premette negli anni di far aumentare il valore di ciò che si compra, perché lo strumento “cresce” con l’aumentare dell’esperienza dell’artigiano, che a fine carriera vede le sue quotazioni salire, e parecchio».
Lorenzo, scopriamo, suona. Ma la chitarra elettrica. Gli piace la musica heavy metal. Ma come: non la classica? Tutto normale? «Sì – risponde sorridendo – . Direi di si. Sono in grado di suonare violino e violoncello in maniera molto scolastica, naturalmente. Ma diciamo che se dovessimo prendere a prestito una metafora dalla Formula Uno, non tutti i meccanici che stanno ai box sono anche piloti…».
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