Rane e rospi, la sveglia sta per suonare

Attraversare la strada per questi anfibi può essere un massacro in alcuni momenti del risveglio: ecco perché si cercano volontari per dare una mano

rana biodiversita

Quando si svegliano non rischiano di cadere dal letto, bensì di essere schiacciati dalle auto.

Sono i piccoli anfibi della brughiera, dei nostri prati e dei fossi, che con l’arrivo della bella stagione approfittano anche di un breve innalzamento delle temperature per “tornare” in vita.

Per questo esistono da anni progetti portati avanti da volontari per evitare che gli attraversamenti stradali diventino un mattatoio.
Perché scendono dalla collina? I rospi comuni (Bufo Bufo) e le rane (Rana Dalmatina, Rana Latastei e Rana Esculenta) trascorrono il letargo invernale sulla collina a monte della strada Lentate-Osmate e, quando capiscono, dall’aumento della temperatura, che l’inverno volge al termine, iniziano la migrazione riproduttiva annuale che consiste nel discendere verso gli stagni ed i piccoli corsi d’acqua del fondovalle ove le femmine depongono le uova che i maschi immediatamente fecondano. Tempo dopo nasceranno dei girini, ecc.ecc.
E qui entrano in gioco i volontari.
«Attraversando la trafficata strada Lentate-Osmate, finirebbero schiacciati in quantità, per cui li blocchiamo con le barriere, li raccogliamo nei secchi e li trasportiamo oltre la strada, li classifichiamo, li conteremo e li libereremo. I rospi e le rane si muovono dopo il tramonto, all’inizio di febbraio è circa alle 18 poi diventa giorno dopo giorno più tardi», spiega il referente locale del progetto rospi Beppe Balzarini.
«Le condizioni climatiche favorevoli sono: temperatura dopo il tramonto maggiore di 6° C, assenza di vento e, se piove, per gli anfibi è meglio.
Dopo il tramonto la temperatura tende a scendere, a volte lentamente ed a volte velocemente e, poco sotto i 6 gradi, i rospi si fermano dove sono arrivati, si interrano ed aspettano una serata migliore.
Se piove rimangono attivi anche con temperature un pochino più basse. Tassativo è il vento: siccome abbatte notevolmente l’umidità, nelle serate ventose non si muovono proprio».

Da qui la richiesta di volontari.
«Equipaggiamento necessario: pedule o stivali, giubbotto catarifrangente, guanti, secchio e torcia elettrica (si lavora al buio!). Se piove, come detto, è il paradiso degli anfibi ma si deve lavorare sotto l’acqua. Per chi non avesse già l’equipaggiamento adatto segnaliamo che ottimi completi impermeabili in PVC si trovano facilmente in vendita nei negozi di abbigliamento antinfortunistico. Serve la presenza di almeno 4 volontari per ogni sera e molti dei volontari si fanno carico di due turni, cioè assicurano la presenza per due sere alla settimana».
«Fondamentale la partecipazione al salvataggio dei volontari del Parco del Ticino che coprono anch’essi due turni, cioè due sere alla settimana. Rendersi disponibili per una o più sere vuol dire dare questa disponibilità per tutte le settimane del periodo da ca. metà febbraio alla fine marzo. Servirà poi tenersi in contatto per sapere quando si inizia, considerare che qualche sera si andrà a Lentate a vuoto e, soprattutto per chi è neofita, trovarsi sul posto con un esperto che spieghi, “con i rospi e le rane in mano”, come si opera.
Attualmente la migrazione non è ancora iniziata ma, dopo il freddo di questi giorni, un possibile anticipo di primavera stimolerebbe già rospi e rane a muoversi e comincerebbero i lavori di salvataggio. I volontari sono pronti. Tempestivamente abbiamo posato le barriere e, tutte le sere, controlliamo il termometro per verificare se dobbiamo intervenire.
Chi è interessato a far parte di questo gruppo di volontari può telefonare al: 340.24.54.566 e, per raccolta dati (numero anfibi classificati e contati) l’e-mail è: beppe.balzarini@libero.it.
Infine, a quanto ammonta questa popolazione di anfibi? Nella campagna di salvataggio dell’anno record, il 2006, sono stati censiti 6064 rospi e 700 rane».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 23 Gennaio 2017
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