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“Sulle auto elettriche e ibride pesa la paura di cambiare ma ormai sono avanguardia”
I dati sulle auto elettriche-ibride in provincia di Varese sono complessivamente contenuti ma se prendiamo singolarmente quello della crescita le cose cambiano
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I dati sulle auto elettriche-ibride in provincia di Varese sono complessivamente contenuti ma se prendiamo singolarmente quello della crescita le cose cambiano. Negli ultimi due anni, infatti, questo dato è stato del 100% passando da 1.251 macchine circolanti nel 2013 a 2.466 nel 2015, ovvero il 9% delle ibride circolanti su base regionale in provincia di Varese.
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Anche questo tipo di alimentazione alternativo sta quindi scalando le vendite e cercando di uscire dal settore della nicchia. Una scelta che è frenata soprattutto dal punto di vista della domanda mentre dal lato dell’offerta sono ormai numerose le case automobilistiche che hanno già affidato all’elettrico e all’ibrido le loro ammiraglie più importanti.
Lo conferma Carlo Fognini della concessionaria Autotorino, che in provincia di Varese ha 7 punti vendita, e che in alcuni, come quello di Busto Arsizio, tra le elettriche e ibride conta ormai il 50% delle vendite.
«A frenare l’acquisto di una macchina di questo tipo sono spesso un retaggio culturale fortemente ancorato ai modelli benzina e diesel e la paura di cambiare – spiega Fognini -. Ma se si fa una corretta valutazione del proprio stile di guida e dell’utilizzo che si fa della macchina sono moltissimi gli elementi che dovrebbero far propendere per una ibrida o addirittura per un’elettrica pura in alcuni casi».
Quali sono i temi principali affrontati in concessionaria da chi viene ad informarsi su una macchina di questo tipo?
«Ci sono due categorie che vengono affrontate e che potremmo dividere in pro e contro. Naturalmente noi invitiamo ad una seria riflessione sulle proprie abitudini di guida perché è solo da quello che bisognerebbe valutare la bontà di una scelta. Ad esempio, prima ancora che della macchina, si potrebbe riflettere sui vantaggi di contesto che sono connessi alle elettriche ibride: i vantaggi fiscali legati al bollo, la possibilità di parcheggiare nelle strisce blu ove previsto dai regolamenti comunali, i vantaggi sulla manutenzione perché i componenti sono meno soggetti ad usura, meno vincoli nelle aree Ztl e, ovviamente, i benefici specifici che questa scelta può avere sull’ambiente».
I contro sono legati ai timori sulla diffusione delle colonnine di approvvigionamento?
«Esatto. Ma anche in questo caso bisogna valutare alcune variabili importanti. Ad esempio che il mondo dell’ibrido ha fatto passi in avanti enormi e che moltissimi modelli oggi non hanno bisogno di essere ricaricati perché lo fanno da soli approfittando del moto dell’auto quanto procede a benzina. Inoltre anche le batterie dei modelli puramente elettrici sono sempre più efficienti ed affidabili».
Quindi anche questo mercato continuerà a crescere?
«Teniamo conto che i dati di crescita sono già altissimi, e in Italia più che in Europa. Noi che ad esempio vendiamo Toyota, Bmw e Lexus abbiamo notato come queste case abbiano affidato all’elettrico ibrido anche le proprie ammiraglie e non solo i segmenti inferiori. Sono scelte che faranno crescere sempre di più il senso di affidabilità verso questo settore. La nostra filiale di Busto ormai raggiunge il 50% di vendite e quando abbiamo presentato il nuovo modello della Toyota C-HR ne abbiamo venduti il 90% a tecnologia ibrida e solo 10% benzina».
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Articolo interesante anche se i contenuti, a mio avviso, non sono aderenti alla realtà.
L’auto elettrica per la breve mobilità quotidiana sarebbe il mezzo più adatto; molte sono “plug in” (ricaricabili in casa), quindi non ci sono problemi di colonnine.
Il problema è il costo: un’auto elettica costa 2-3 volte tanto la corrispettiva a benzina. Conti alla mano 20.000€ in più; l’equivalente di oltre 280.000Km di percorrenza con una City Car a benzina.
Altro che timori per le colonnine, qui c’è la certezza di soldi sprecati.