Storie di migranti raccontate alla media Crespi
Una mattinata di integrazione per gli alunni che hanno ascoltato sei profughi provenienti dalla Guinea
Lo scorso 21 marzo si è svolto un incontro tra i migranti dell’associazione Combinazione, coordinati da Marco Piccione, e i ragazzi della scuola media “Crespi”, per trattare uno dei più grandi argomenti di attualità: l’immigrazione.
L’incontro si è aperto con una breve presentazione dei sei profughi, giovani tra i 18 e i 30 anni, che sono in Italia dal luglio dello scorso anno. Per comprendere il loro vissuto, e in particolare il dramma del viaggio, le classi hanno svolto diverse attività. La prima consisteva nel bendarsi a vicenda e affidarsi agli altri per muoversi: «Questa – hanno spiegato i migranti – è una delle cose fondamentali che abbiamo imparato in viaggio. Fidarsi è fondamentale, perché non si deve aver paura dell’altro, ma occorre saper aiutare anche uno sconosciuto».
La seconda e la terza prova consistevano nel completare un cruciverba e nel trovare le differenze tra due immagini: esse erano accomunate da un solo carattere, l’astuzia, che serve per essere scaltri nei momenti di pericolo o nei momenti più difficili, e gioca un grande ruolo se si è bravi a saperla mettere in pratica.
La quarta e quinta prova consistevano nel metter in gioco la propria abilità: da un lato per sciogliere una “catena umana”, mentre dall’altra serviva la precisione.
Nella tappa successiva, i ragazzi hanno ricomposto la parola “giustizia” con dei cartoncini: trovare la giustizia, infatti, è proprio lo scopo del viaggio per tutti i migranti, perché essa non esiste nel loro paese di origine e durante il viaggio si trasforma nel suo contrario, giocando a loro sfavore. E così, una volta raccolti i pochi materiali forniti superando le varie prove, si è svolta l’attività finale, che consisteva nel creare un mezzo di trasporto “di fortuna”. Solo a questo punto, dopo aver condiviso questi momenti “leggeri”, gli ospiti hanno voluto parlare delle loro storie e di come hanno affrontato veramente il viaggio. Tutti e sei provengono dalla Guinea, paese in cui si combatte una guerra civile, e hanno dovuto attraversare il deserto del Sahara, che per loro è stato il momento più difficile del viaggio, dove alcuni avevano pensato di tornare indietro.
Dopodiché sono giunti in Libia: lì hanno dovuto affrontare il carcere, non per aver commesso reati, ma solo perché sono una fonte di guadagno, perché se vogliono uscire dalla prigione devono corrompere i soldati libici. Infine, il Mediterraneo. Per molti di loro la traversata si è ripetuta più di una volta, perché il barcone ha avuto problemi oppure è affondato. Appena arrivati in Italia sono stati trasferiti nei vari centri, dove hanno potuto contattare la propria famiglia, e attualmente sono in attesa di ricevere il documento di asilo. Queste testimonianze, insieme alla simpatia e alla sincerità dei giovani migranti, hanno colpito molto i ragazzi, che per tutto l’incontro si sono rivelati molto attenti e incuriositi dal tema affrontato.
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