Agnese Moro incontra i ragazzi dei Licei
Mercoledì 15 maggio al Teatro del Popolo la testimonianza della figlia di Aldo Moro, nuovo appuntamento nel ciclo d'incontri con testimoni diretta di momenti cruciali della democrazia in Italia
Ragazzi e ragazze dei Licei di Gallarate incontreranno mercoledì prossimo Agnese Moro, la figlia dello statista ucciso dalle Brigate Rosse, impegnata a trasmettere la memoria e l’insegnamento del padre. "La notte sulla polis" è il titolo dell’incontro che si terrà al Teatro del Popolo la mattina del 15 maggio
Gli incontri organizzati dai Licei Scientifico e Classico di Gallarate hanno già toccato tanti momenti cruciali della nostra storia: nei mesi scorsi i ragazzi hanno incontrato personalità come Gherardo Colombo, Piercamillo Davigo, Armando Spataro, Paolo Bolognesi, don Gino Rigoldi, La figlia dello Statista, dott.ssa Agnese Moro, ha accolto l’invito ad incontrare i ragazzi per parlare a loro e con loro non solo del padre, ma anche del ruolo dei partiti in quella fase politica così delicata e drammatica. Per preparare l’incontro, alcuni ragazzi – cui sarà affidata la gestione dell’evento – si sono confrontati sia con le lettere scritte da Moro durante la prigionia sia con testi guida quali quello di Simone Weil, Manifesto per la soppressione dei partiti politici, e di M.Viroli, Scegliere il Principe: a loro spetterà il compito di formulare domande riguardanti non solo quei giorni, per loro tanto lontani, del 1978, ma anche il significato dell’impegno politico.
Il titolo dell’incontro – La notte sulla polis – non evoca solo quella tragica esperienza: intende ricordare che le tenebre si addensano ogni volta che non facciamo lo sforzo di capire e di ricordare. «Vorremmo cercare di comprendere che cosa ha da dire a noi, oggi, la morte di questo politico: quale il rapporto tra il suo sacrificio e il travaglio che il nostro sistema democratico, fondato sui partiti, sta attraversando» spiega la professoressa Rossella Calloni, che segue il progetto. «Vorremmo che chi ha sofferto, come figlia e come cittadina, ci dica con quali mezzi, con quali scelte, il dolore può generare nuova luce».
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