Gianfranco Battisti amministratore delegato delle Fs
L'assemblea dei soci ha nominato il nuovo Cda, guidato da Gianluigi Vittorio Castelli: c'è anche il varesino Mentasti. Da Roma dipende in parte anche il destino di Trenord
Via libera ai nuovi vertici del gruppo Ferrovie dello Stato.
L’Assemblea dei soci – di fatto: il solo Ministero dell’Economia e Finanze – ha nominato il nuovo Consiglio di Amministrazione, che è composto da Gianluigi Vittorio Castelli, Gianfranco Battisti, Flavio Nogara, Andrea Mentasti (varesino, già ad e direttore generale di Ferrovie del Sud-Est, entrata di recente nel gruppo fs), Cristina Pronello, Francesca Moraci, Wanda Ternau. Il Consiglio di Amministrazione è nominato per il triennio 2018-2020.
Gianluigi Vittorio Castelli è stato nominato presidente della Società e ha invitato il nuovo Consiglio di Amministrazione a nominare poi Gianfranco Battisti come Amministratore Delegato.
Il gruppo Fs ha diramato anche una nota per commentare la chiusura della “era Mazzoncini”, periodo in cui sono state fatte scelte sul settore delle merci (molto trascurato nel decennio precedente) e nell’acquisizione di nuove società nel trasporto pubblico locale (tra cui appunto le pugliesi Ferrovie del Sud-Est, come si diceva).
Si concludono oggi, con la nomina di nuovi membri del Consiglio di Amministrazione, i quasi tre anni (Dicembre 2015-Luglio 2018) di guida di Ferrovie dello Stato Italiane da parte della Presidente Gioia Ghezzi e dell’AD Renato Mazzoncini.
Un triennio che ha visto i migliori risultati di bilancio mai registrati nella storia delle Ferrovie dello Stato Italiane.
In questa consigliatura la massima attenzione è stata data alla cura dei clienti; pendolari, delle Frecce, degli autobus, cresciuti rispettivamente del 25% a 750 milioni all’anno e del 60% a 300 milioni con una soddisfazione arrivata ai numeri record del 83% sui treni regionali.
L’elevato livello di solidità finanziaria, per cui FS si attesta come il Gruppo ferroviario di maggior valore in Europa si sintetizza in alcuni numeri chiave: i ricavi sono cresciuti di 700 milioni di euro in due anni, l’EBITDA è passato da 1,97 a 2,31 miliardi di euro, gli investimenti medi sono incrementati del 37% rispetto al biennio precedente, il numero dei dipendenti è cresciuto a 74.436 persone con una produttività media incrementata del 4%. Questi dati sono la prova di una gestione industriale attenta e scrupolosa in ogni sua scelta, che ha saputo distribuire valore economico per 7,2 miliardi di euro.
Con la nascita di Mercitalia si è avviato il rilancio del comparto merci con 50 milioni di tonnellate trasportate nel 2017 e con l’avvio di un programma di investimenti cresciuto del 352% per 1,5 miliardi.
Ogni azione è stata fatta avendo sempre al centro l’impegno per garantire la massima sicurezza alle persone, passeggeri, dipendenti, cittadini. Per questo gli investimenti in sicurezza sono cresciuti da 1 miliardo di euro del 2012 a 1,8 miliardi di euro nel 2017.Il rafforzamento della Governance in termini di correttezza e trasparenza ha visto il Consiglio adottare, anche in assenza di obblighi specifici, meccanismi ispirati alle più innovative prassi internazionali, potenziando Audit, Risk, Compliance e migliorando tutte le procedure di controllo.
Il piano industriale decennale lanciato nel 2016 volto al miglioramento del trasporto pubblico, collettivo e condiviso, i risultati ottenuti, la serenità con cui si è lavorato, non sarebbero stati possibili senza il supporto costante, quotidiano e devoto, della grande famiglia dei ferrovieri a cui il Consiglio, la Presidente e l’Amministratore Delegato rivolgono un sincero ringraziamento e un augurio di buon lavoro.
Nei giorni scorsi la decisione del Ministro dei trasporti Toninelli di “azzerare” i vertici di Fs (la nomina effettiva spettava al MEF) aveva suscitato un intenso dibattito. In Lombardia molto si discute anche del destino di Trenord: Regione ed Fs erano arrivati a decidere insieme una “separazione consensuale”, nei giorni scorsi Toninelli ha detto che vuole «intervenire» anche sul destino di Trenord e alcuni esponenti del Movimento 5 Stelle in Lombardia hanno fatto intendere che M5S è contrario all’ipotesi di un superamento di Trenord con ritorno ad una gestione divisa tra Fnm e Fs.
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