Educatori professionali fuori dalla Regione per difendere il lavoro
Una delegazione dei 2500 educatori professionali che rischiano di perdere il titolo professionale ha manifestato fuori dalla Regione
Si sono dati appuntamento questa mattina fuori dal palazzo della Regione. Erano gli educatori professionali lombardi che rischiano di rimanere senza titoli.
Si parla di circa 2500 persone, specializzatesi tra il 1999 e il 2003, un lasso di tempo in cui la legge nazionale non era ancora entrata in vigore e Regione Lombardia continuò a formare il personale con corsi propri. Solo che, una volta entrata in vigore la legge e con l’avvio della formazione universitaria, chi si trovò in mezzo al percorso ne uscì con una situazione indefinita.
Nel marzo di quest’anno, il loro titolo ha perso valore all’improvviso. Il loro posto di lavoro si è rivelato poggiare su un documento privo di valore.
A marzo, infatti, è stato attivato, su precisa disposizione normativa, l’albo professionale che accetta titoli regionali sino al 1998 e poi solo lauree. Così, i 2500 lombardi con il titolo regionale si sono visti negare l’iscrizione. Senza iscrizione, non hanno più diritto a esercitare la professione.
La loro protesta è arrivata in Consiglio regionale che ha promesso appoggio per sanare una situazione dubbia che poggiava, però, su basi istituzionali: i corsi infatti erano della Regione. Questa mattina, l’assemblea lombarda ha approvate due mozioni che chiedono la parificazione alla laurea dei corsi regionali di formazione per educatori professionali, anche per coloro che hanno conseguito il titolo di studio nel periodo successivo al ’99.
Al loro fianco si è detto Emanuele Monti, Presidente della Commissione Sanità e Politiche sociali del Pirellone e Consigliere regionale della Lega: «Difendere e tutelare le professionalità della nostra regione, nel campo dell’educazione. Questo è quello che chiediamo a Regione Lombardia: spingere affinché il Governo modifichi la legge per consentire l’accesso a tutti gli educatori, diplomatisi in Lombardia anche dopo il ’99, al rispettivo albo professionale. Oggi ho incontrato una delegazione di lavoratori, al Pirellone, per ascoltare le loro problematiche e rassicurarli sul nostro impegno per risolvere questa ingiustizia».
Soddisfatto anche il consigliere del PD Samuele Astuti: «Grazie a noi la Regione si attiverà per ottenere il riconoscimento del titolo di educatore professionale conseguito dopo il 1999. La mozione che è stata votata insieme a una del tutto simile presentata da Forza Italia, impegna la Regione a adoperasi presso il ministero perchè sia riconosciuta l’equipollenza del titolo di educatore professionale conseguito con corsi regionali dopo il 1999 con la laurea necessaria per l’iscrizione all’albo e l’esercizio della professione. Questo per sanare un vuoto normativo, salvaguardare un patrimonio professionale che andrebbe altrimenti disperso e continuare a garantire assistenza alle tante persone fragili che non possono fare a meno dell’assistenza degli educatori».
La battaglia più difficile sarà a Roma dove il Ministro dell’Istruzione dovrà decidere la sanatoria senza la quale verranno espulsi da un mondo del lavoro dove hanno lavorato per 15 anni.
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