Ticino al voto, frontalieri e ristorni tornano in campagna elettorale
Il numero dei lavoratori italiani nel vicino Cantone è in calo ma il tema resta al centro del dibattito politico. Così come l'accordo fiscale che il Ticino attende dal 2015
Frontalieri, ristorni, “guerra” dei salari, accordi fiscali: i temi “di frontiera” tornano al centro del dibattito politico ticinese in vista delle elezioni cantonali di domenica 7 aprile.
La campagna elettorale che precede il voto per il rinnovo del Consiglio di Stato e del Gran consiglio, rispettivamente Governo e Parlamento del Cantone, è entrata nel vivo e ha riportato al centro del dibattito tra le forze politiche le tematiche che riguardano il mercato del lavoro e la presenza quotidiana di migliaia di pendolari italiani in Ticino.
L’ACCORDO FISCALE SENZA FINE
È però soprattutto lo stallo dell’accordo sull’imposizione fiscale dei frontalieri, raggiunto nel 2015 tra Svizzera e Italia ma, mai ratificato dal nostro Paese (che nel frattempo ha visto cambiare altri due premier ed esecutivi), il nodo che sembra non arrivare al dunque e, secondo alcune forze politiche ticinesi, mai ci arriverà. Senza via d’uscita questa situazione potrebbe portare a una nuova presa di posizione del governo del Cantone, come quella che nel 2011 sfociò nel blocco dei ristorni destinati ai comuni italiani della fascia di confine. Il Ticino ritiene infatti troppo penalizzante il conto da pagare per le proprie finanze rispetto a quanto corrisposto da altri cantoni di frontiera. Potrebbe così ripresentarsi un nuovo braccio di ferro politico cavalcato in primis dalla Lega dei Ticinesi, l’attuale partito di maggioranza noto per alcune sue posizioni sopra le righe, e che tra l’altro, in vista del voto, ha stretto un’alleanza con l’altro partito della destra celebre per le sue campagne antifrontalieri, l’Udc.
FRONTALIERI IN CALO
Ma qual è l’attuale situazione del mercato del lavoro oltre confine? Innanzi tutto c’è un dato rilevante: per la prima volta, da vent’anni, il numero dei frontalieri in Ticino è diminuito. Secondo i dati dell’Ufficio federale di statistica, nel terzo trimestre del 2018, il totale dei pendolari italiani è sceso dell’1,6 per cento rispetto al trimestre precedente e del 4,1 per cento rispetto allo stesso periodo del 2017. In totale i frontalieri registrati sono 63.144. (Vai alla mappa dei frontalieri, comune per comune)
CONTRATTI “PEGGIORI” E DUMPING SALARIALE
Anche i dati riguardanti la disoccupazione, sia a livello locale che nazionale, sono leggermente migliorati ma, secondo le fonti sindacali, non sarebbero tutte rose e fiori. Da un lato rimane irrisolto il problema del dumping salariale, dall’altro, la percezione delle organizzazioni dei lavoratori è quella di un mercato ancora in difficoltà dove la qualità contrattuale (sia dei lavoratori frontalieri che dei residenti) sta progressivamente peggiorando con salari in ulteriore discesa e la presenza di nuovi casi di raggiro dei contratti collettivi.
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