Affitti a Milano: “Io varesino, discriminato per il mio cognome“

I fratelli Ben Ali Zinati, di Daverio, raccontano la disavventura. “Il proprietario dell’immobile non vuole stranieri“

Avarie

Un annuncio interessante per trovare casa a Milano, che nasconde una brutta avventura a cavallo tra intolleranza e xenofobia.

È quanto capitato ad Alec Ben Al Zinati, studente magistrale-lavoratore da due anni.

Hanno provato a contattare il numero riportato su un annuncio ritenuto interessante. Alec si è presentato per messaggio con nome e cognome. La prima risposta è stata “da dove vieni”, quando ha dichiarato di venire da Varese, dall’altra parte hanno specificato che volevano sapere le origini “perché la proprietà non vuole stranieri”.

La storia è stata raccontata con una lettera pubblicata oggi da “Il Fatto Quotidiano“ dove vengono pubblicati anche gli screenshot delle conversazioni fatte attraverso whatsapp fra il giovane e l’agenzia immobiliare trovata attraverso una pagina facebook che tratta centinaia di annunci su Milano.

L’inserzionista si giustifica dicendo che è quanto richiesto dalla proprietà. Un po’ come quei cartelli che in giro per il mondo fino a qualche decina d’anni fa si vedevano scritti fuori da alcuni negozi per gli italiani alle più disparate latitudini. Lo stesso quotidiano aveva mesi fa realizzato un’inchiesta su affitti e discriminazioni razziali proprio a Milano.

Per i due fratelli Ben Ali Zinati rimane una grande amarezza per l’accaduto. «Il nostro è un cognome arabo, precisamente di origini marocchine. Nostro nonno ha sposato un’italiana e ha vissuto a Varese per cinquant’anni», spiega Kevin – il fratello di Alec – , di Daverio, che ha contattato la redazione di Varesenews per raccontare la storia.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 17 Luglio 2019
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    La provincialità di alcuni è disarmante. Questi son convinti che gli italiani siano tutti stinchi di santo e che il male oramai risieda nello straniero, o nel finto straniero, discriminato a distanza solo dal nome.
    Fanno tenerezza per la loro ingenuità, rifiutano una persona perbene convinti che un cognome/nome italiano siano sinonimo di tranquillità. Fino a che non si accorgono che hanno affittato ad uno spacciatore o peggio ancora ad un camorrista. Loro sì che sono gente perbene, del resto sono italiani doc. Di nome e di fatto.

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