Una nuova auto per l’hospice di Varese

L'associazione "Sulle ali" ha consegnato una vettura agli infermieri impegnati nell'ospedalizzazione domiciliare. Il reparto ha assistito, in tre anni di attività, 370 pazienti

La vettura arrivata all'hospiceUna Skoda Fabia, nuova fiammante, va ad aggiungersi alla Panda 4 per 4 appena arrivata al reparto, dopo due anni di attesa dalla consegna dell’assegno da parte della Fondazione Bpu. La vettura è stata consegnata ufficialmente dal presidente dell’associazione Giovanni Verga, insieme ai titolari della concessionaria Crespi che ha donato metà della vettura. La macchina rimarrà a disposizione del reparto in comodato gratuito.
Il reparto hospice – cure palliative ha ricevuto dall’associazione "Sulle ali" una nuova vettura per effettuare le visite a domicilio per i pazienti curati con l’ospedalizzazione domiciliare. Si tratta di un’assistenza altamente professionale, gestita dagli infermieri del reparto, sotto la supervisione dei medici,  al domicilio del paziente.  Una modalità di cura che è cresciuta nei numeri: dai 40 pazienti del 2009, agli 87 del 2012, ai 170 del 2011 agli attuali 75 fino ad oggi. Le due vetture sono spesso in giro e riescono a compiere anche 150 chilometri al giorno: « L’ospedalizzazione è ormai una valida realtà – spiega il direttore Walter Bergamaschi – riusciamo a seguire tutti i pazienti di Varese e del territorio sino al Verbano. Siamo ancora in fase organizzativa per ampliare ulteriormente l’offerta così da coprire tutto il territorio. Dove non arriviamo, possiamo contare sull’associazione "Varese per l’oncologia", mentre i volontari di "Varese con te" offrono un valido aiuto sul piano sociale».

L’hospice, dove vengono assistiti quei pazienti in fase terminale, è ormai una realtà affermata nell’offerta ospedaliera varesina e sempre più apprezzata: « È un servizio prezioso – spiega Giovanni Verga – è importante occuparsi anche di chi non ha più speranza. L’obiettivo futuro sarà quello di estendere l’accoglienza anche ai bambini».
Quello dell’infanzia, però, è un capitolo delicato, che è ancora ampiamente discusso nella letteratura scientifica anche per il carico psicologico che comporta al personale: « Attualmente si predilige l’assistenza domiciliare del bambino – spiega il dottor Fortini, responsabile dell’hospice – La questione è complessa e riguarda anche la formazione adeguata del personale». L’hospice varesino ha già avuto almeno tre piccoli ospiti negli ultimi tempi, praticamente la totalità dei casi terminali infantili del territorio.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 29 Maggio 2012
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