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Crisi ucraina e inconsistenza europea

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Crisi ucraina e inconsistenza  europea
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27 Gennaio 2022

Egregio Direttore,

Devo premettere in primis che, da vero sovranista, ritengo che USA, NATO ed UE siano purtroppo alla base di quasi tutte le crisi internazionali ed economico finanziarie di almeno gli ultimi 25 anni, con buona pace di coloro che, ai più alti livelli istituzionali e politicamente trasversalmente, ritengono che la NATO sia la “stella polare della nostra politica estera” e l’UE irrinunciabile/irreversibile.
Aggiungo inoltre che di principio non sono mai stato anti-europeo. Anzi per me una sorta di confederazione europea che gestisca affari esteri, difesa, politiche macroeconomiche e monetarie, grandi infrastrutture strategiche, ecc., sarebbe sicuramente auspicabile, per stare sul palcoscenico internazionale a livello proprio di colossi come USA, Cina o anche India. Ma tutto dipende da quello che l’attuale UE fa o non fa, e soprattutto di come lo fa…
Difatti mi sembra quanto meno singolare che in un momento in cui la crisi in Ucraina è arrivata a livelli di guardia, anzi forse meglio dire è stata portata volutamente a tali livelli preoccupanti, Russia e USA “dialogano” fra di loro, proprio come ai tempi della guerra fredda, e l’UE fa quanto meno da mero spettatore, dietro passivamente al carro americano però. Cioè Russia e USA se la vedono fra loro sulla pelle soprattutto, ma anche con le tasche, dei popoli europei. E quell’Unione Europea che prima ha affamato e umiliato la Grecia, che poi ha brandito il bastone dell’austerity anche contro paesi come l’Italia, per tramite di personaggi poco significanti come i Dombrovskis di turno, che semplicemente ci prende in giro sull’emergenza immigrazione, non trova di meglio da fare che elargire 1,2 mld di euro, cioè di nostri soldi tanto per intenderci, allo pseudo governo ucraino.
Perché giusto per fare chiarezza sulla questione, e bene rammentare per cominciare che l’ex presidente ucraino Yanukovych, il cosiddetto filorusso, bello o brutto che fosse, era stato comunque eletto in elezioni certificate come “democratiche” dall’OCSE nel 2010 (quindi non stiamo attenzione parlando del 2004). Contestualmente la cosiddetta rivolta di Piazza Maidan è stata quanto meno foraggiata dal “solito” occidente con il preciso fine di imporre un governo non solo filo occidentale, ma soprattutto anti russo. A riprova di ciò basterebbe per esempio guardare a cosa in quel periodo è apparso sul noto quotidiano israeliano Haaretz, cioè la testimonianza di ex membri delle loro forze armate, i quali affermavano tranquillamente di essere stati presenti a Kiev, al fine di organizzare e supportare i manifestanti ostili al governo. Uno scenario peraltro già visto a suo tempo in Georgia, con “l’eroe” Saakashvili, ora credo in galera nella madrepatria, dopo una tristissima e fugace apparizione nello scenario Ucraino stesso, che, ed è bene ricordarsi, ha visto la guerra in Ossezia del Sud e Abcasia, e forse anche nell’immediato in Kazakistan.
E tutto ciò non è così difficile da comprendere, secondo me, per coloro che conoscono le teorie di Halford John Mackinder, considerato tra i padri della geopolitica. Evidentemente i fautori della politica estera americana, condividendone le tesi, intendono opporsi in ogni modo ad un legame stretto tra l’Europa e la Russia (che in parte rilevante è comunque Europa), cioè ad un blocco euroasiatico da Lisbona a Vladivostok, a prescindere dal regime politico operante nella Russia stessa. Gli americani, che attualmente si sentono come i loro antenati dell’Impero Britannico nell’ottocento, vogliono un Europa nano politico, microbo militare, ben legata al loro carro e soprattutto ben separata dalla Russia; insomma se non una specie di loro impero coloniale, un loro commonwealth, come di fatto purtroppo appare la realtà attuale. Infatti guarda caso hanno favorito sia l’allargamento repentino e massivo dell’UE verso i paesi dell’Est, evento che, in mancanza di un’architettura istituzionale seria, trasparente, funzionale, ed in generale in mancanza di una costituzione che delinei le fondamenta dell’Unione medesima, ha grandemente favorito l’impasse gestionale della stessa, sia la candidatura di un paese per niente europeo come la Turchia (oggigiorno candidatura eticamente quanto meno discutibile…), con un solo scopo: garantirsi la fedeltà di queste “pedine”, ritenute essenziali nel loro scacchiere, facendo però pagare il costo dell’alleanza a noi europei… E contestualmente hanno messo sullo stesso piano, in perfetto parallelo, lo sviluppo dell’UE e della NATO, cioè di un’alleanza militare, nata con scopi difensivi durante la guerra fredda, che quindi già alla fine della predetta non aveva più molto senso, divenuta sempre più negli ultimi anni una “longa manus” della politica interventista statunitense, camuffata da intenti umanitari e soprattutto caratterizzata da svariate violazioni del diritto internazionale consuetudinario e scritto.
E realisticamente mi domando come si faccia a biasimare e/o accusare la Russia per il semplice fatto che evidentemente non intende tollerare che un’alleanza militare palesemente ostile si posizioni direttamente nel proprio “cortile di casa”, cioè in paesi ex URSS, ma anche ex Impero Russo, con i quali ovviamente mantiene legami storici di ogni tipo, e nei quali vivono anche importanti comunità russe.
E tuttavia a noi europei un rapporto importante con la Russia, economico ma non solo, converrebbe certamente. Basti pensare che la Russia stessa è da una parte praticamente una cassaforte di materie prime (Gas, idrocarburi in generale e non solo), di cui l’Europa ha bisogno, mentre dall’altra parte è anche un potenziale grande acquirente di quei prodotti finiti che sono tra l’altro un vanto delle manifatture di Italia, Francia e Germania… E tutto questo consentirebbe inoltre un allentamento dei legami con i nostri cari “alleati ed amici” delle monarchie petrolifere assolute e fondamentaliste sunnite del Golfo Persico, che praticamente sono le centrali ideologiche dell’integralismo e terrorismo islamico.
In conclusione quindi o l’UE attuale si rende conto che dalla fine della guerra fredda i propri interessi hanno cominciato a divergere sempre più da quelli americani, e, tanto per dare finalmente un senso rilevante alla propria esistenza, riprende ad esempio il vecchio progetto della CED (Comunità Europea di Difesa), fallito a suo tempo perché prematuro, cosa a cui sostanzialmente credo stia pensando, e stavolta a ragione, il Presidente francese Macron, o altrimenti rischieremo seriamente di farci trascinare nel baratro proprio dai nostri presunti “liberatori”, ed anche molto presto…
Giuliano Guerrieri – Varese

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