Campo ApeRTO, alla scoperta di api e impollinatori

Con il risveglio della primavera anche gli impollinatori si mettono al lavoro. Ma chi sono? E perché è importante proteggerli? Scopriamolo con il progetto del Parco Rto con l'Istituto Oikos

Parco Pineta

Sul nostro territorio sono presenti molte realtà che si impegnano quotidianamente per salvaguardare api e impollinatori. Un esempio sono Istituto Oikos, Cascina Burattana e Parco RTO, che, in collaborazione con l’Associazione degli Apicoltori di Varese, portano avanti il progetto Campo ApeRTO, sostenuto da Fondazione Cariplo, per promuovere agro-ecologia e apicoltura sostenibile, tutelare la biodiversità locale e sostenere al tempo stesso iniziative di inclusione sociale.
(foto di Carlo Morelli)

Trasferire il polline prodotto da un fiore a un altro della stessa specie: ecco il grande compito di alcuni insetti, chiamati impollinatori, che ci permettono così di avere a disposizione frutti e semi. Lo fanno per nutrirsi, e così facendo si “sporcano” di polline che poi portano con sé quando si spostano su un’altra pianta in cerca di altro cibo. Si tratta di un rapporto basato sull’aiuto reciproco: la pianta produce il nettare allo scopo di attirare gli impollinatori che, in cambio del cibo, a loro volta aiutano la pianta trasportandone il polline e consentendole di riprodursi.

Gli impollinatori non sono solo insetti
L’ape è sicuramente la specie più conosciuta, eppure ci sono impollinatori in numerosi gruppi di animali: insetti – sicuramente gli impollinatori più diffusi – ma anche uccelli, mammiferi e addirittura rettili e molluschi. Ci sono così tanti tipi diversi di impollinatori perché esistono fiori di forme molto differenti che spesso richiedono “abilità” particolari per essere visitati: ad esempio, fiori a forma di tubo o di imbuto possono essere sfruttati solo da animali di piccole dimensioni o con apparati boccali particolari.

Perché gli impollinatori sono così importanti?
La sopravvivenza degli impollinatori è di fondamentale importanza: a livello globale si stima che la produttività dell’87% delle principali varietà di piante coltivate a scopo alimentare e il 35% della produzione complessiva di cibo sia legata alla loro attività. Il benessere e la sopravvivenza degli impollinatori sono quindi indispensabili non solo per garantire la conservazione degli ecosistemi naturali, ma anche per consentire livelli di produttività agricola sufficienti a garantire il crescente fabbisogno alimentare della popolazione umana.

Perché hanno bisogno d’aiuto?
Negli ultimi decenni le popolazioni di impollinatori sono diminuite drasticamente, in particolare quelle della specie più direttamente connessa alle attività umane, cioè l’ape europea (Apis mellifera). Le cause principali sono legate alle attività umane: il cambio di destinazione d’uso dei suoli, la distruzione o frammentazione degli habitat, l’agricoltura intensiva e soprattutto l’utilizzo, sempre più diffuso, di pesticidi.

Come aiutare gli impollinatori
Proteggere gli impollinatori, fornendo loro rifugi e aree di alimentazione, è abbastanza semplice e può essere fatto a diversi livelli: dal gestire in modo attento il proprio orto o giardino, all’acquistare prodotti che non abbiano impatto su api e impollinatori selvatici.

Quanto conosci gli impollinatori? Qualche esempio da vicino…

 

Parco pineta api

I bombi
Sono “cugini” delle api (appartengono anche loro al gruppo di insetti noti come Imenotteri), ma hanno il corpo più tozzo e peloso e una colorazione piuttosto variabile: in Italia ne esistono più di 40 specie.
Anche i bombi, come le api, sono sociali, ma le loro colonie sono annuali: in primavera le regine che hanno superato l’inverno cercano piccole cavità sotterranee per costruire un nuovo nido, nel quale le operaie l’aiuteranno ad allevare una nuova generazione di bombi, nutrendoli con nettare e polline fino all’arrivo dell’autunno. È in questo periodo che le colonie cominciano a morire: sopravvivranno solo le nuove regine fecondate, pronte a fondare nuove colonie la primavera successiva.
Figura 4 – Due diverse specie di bombi mentre visitano i fiori alla ricerca di nettare e polline.

Le api solitarie
Sono piccoli insetti appartenenti, come le api, al gruppo degli Imenotteri, ma non formano colonie. Queste particolari api infatti costruiscono, ognuna per conto proprio, piccoli nidi per allevare la prole. Ci sono diverse specie che per costruire i loro nidi scelgono materiali e luoghi differenti. Le Osmie, ad esempio, sono piccole api che nidificano all’interno di cavità presenti negli steli di piante o nel legno. Le femmine all’inizio della primavera perlustrano le cavità che posso ospitare la loro prole e cominciano ad accumulare piccole quantità di polline e nettare, quindi depongono un uovo e creano una piccola celletta chiudendola con un tappo di fango. Fatto questo proseguono preparando un’altra celletta di seguito alla prima e così via fino a riempire l’intera cavità. Il materiale accumulato fornirà alle loro larve tutto il cibo necessario alla crescita fino alla primavera successiva, quando compariranno le nuove api adulte.

Parco Pineta

Le farfalle
Le farfalle (nome scientifico: Lepidotteri) sono insetti facilmente riconoscibili per le grandi ali spesso vivacemente colorate, ricoperte di minuscole scaglie. Si osservano spesso sui fiori, in prati e giardini, mentre si nutrono utilizzando la spiritromba: uno speciale apparato boccale costituito da una lunga lingua che può essere srotolata, quando necessario, per “succhiare” il nettare offerto dalle piante.

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Pubblicato il 18 Marzo 2020

Foto

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