Il ritorno del lupo

Il ritrovamento di tre corpi dilaniati di pecore ha fatto scattare l’allarme lupo. Dopo quasi cento anni di assenza il grande predatore sembra essere tornato sulle Alpi ticinesi

Non si è ancora certi della sua presenza e già lo si teme. In Canton Ticino è scattata l’emergenza lupo. Dopo quasi un secolo di latitanza, l’animale predatore per eccellenza è tornato a colpire, almeno stando al ritrovamento dei copri dilaniati di tre capre avvenuto lo scorso 10 gennaio sul Monte Carasso in zona Pian di Boor.
Nonostante nessuno, fino ad oggi, possa dire con certezza se siano lupi, quanti siano, e dove si siano stabiliti, il Canton Ticino si è attrezzato recependo un progetto già avviato a livello federale. Si tratta di un piano di intervento denominato "Progetto Lupo svizzero", alla cui direzione figurano l’Ispettore federale della caccia dell’Ufficio federale dell’ambiente delle foreste e del paesaggio e i responsabili dell’Ufficio della fauna dei Cantoni Ticino e Vallese. A livello regionale, il progetto viene gestito dal Gruppo di coordinamento per lo studio dei grandi carnivori (KORA) e in parte dai servizi due Cantoni direttamente toccati dal fenomeno.

Il KORA si occupa in sintesi della prevenzione, dell’organizzazione e della realizzazione di un sistema di prevenzione dei danni. Per il Ticino tale compito è stato affidato a due biologi che hanno un mandato per valutare, introdurre e verificare misure di prevenzione ai danni causati dall’arrivo del lupo, nonché per analizzare la situazione dell’allevamento di bestiame minuto sulla base dei formulari spediti l’anno scorso agli allevatori dall’Unione contadini.
 Una pianificazione che deve servire per informare la popolazione sui comportamenti da tenere, ma soprattutto per sensibilizzare gli allevatori abituati, dopo un secolo di latitanza, a lasciare incustodito il bestiame ai pascoli. Oggi di quasi 30 mila ovini presenti in Ticino solo la minima percentuale viene tenuta in alpeggi protetti.
Quindi, sensibilizzazione ma anche informazione sulle caratteristiche di questo mammifero che, quasi certamente, proviene dalle zone dell’Italia centrale e in quasi mezzo secolo ha riconquistato le Alpi passando da Nizza. Un processo di ricolonizzazione del territorio che ha interessato anche altre specie, soprattutto gli ungulati (cinghiali, cervi, caprioli) naturale preda del lupo, che erano spariti dal territorio elvetico sterminati, anche loro, ad inizio secolo.
Nei prossimi giorni, in Ticino sono stati organizzati alcuni incontri illustrativi per spiegare alla popolazione la sostanziale innocuità del lupo per gli esseri umani e l’attenzione, viceversa, che si deve avere nei riguardi di capre e pecore. A questo proposito cambiamenti nella legislazione federale e cantonale sono già stati introdotti circa i rimborsi nel caso di danni.
La macchina organizzativa elvetica è già in movimento. Entro l’estate si dovrebbero avere le certezze sulla presenza del lupo in Ticino. Intanto però è meglio attrezzarsi.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 05 Febbraio 2001
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