Rapina di notte e sparatoria di giorno: far west a Lonate Pozzolo

Imprenditore torna nella sua villa e viene bastonato e rapinato davanti alla famiglia. Qualche ora dopo due uomini uccidono un pregiudicato in un bar in pieno centro

Una rapina in villa e un omicidio in un bar del centro. Nello stesso paese e a distanza di poche ore. Il paese in questione è Lonate Pozzolo, gli episodi entrambi efferati. Il primo è avvenuto sabato sera a Sant’Antonino frazione di Lonate Pozzolo, in via Bologna al numero 2.
Cataldo Casoppero
, imprenditore edile di 54, di origine calabrese, sta rientrando a casa dalla famiglia quando giunto davanti al cancello della villetta a due piani viene aggredito da quattro persone. Gli uomini, con accento slavo dirà l’imprenditore, hanno il volto coperto e sono armati di cacciaviti e bastone. Casoppero viene spinto in casa e colpito a bastonate: ad assistere alla scena impotenti ci sono due nipoti, di 16 e 17 anni, e la moglie dell’imprenditore. All’uomo viene intimato di aprire la cassaforte e i quattro “prelevano” duemila euro; passano poi in rassegna la villa e vi trovano dei gioielli. Prendono tutto, chiudono i Casoppero in un bagno e fuggono. Solo dopo mezz’ora l’imprenditore riesce a lanciare l’allarme.
I carabinieri di Busto Arsizio cominciano le indagini.
Domenica pomeriggio tornano in via Bologna e vi restano alcune ore. Mentre raccolgono le testimonianze un nuovo allarme: a Lonate Pozzolo, questa volta in pieno centro, in piazza Mazzini un uomo è stato ucciso a colpi d’arma da fuoco. L’omicidio è avvenuto in un bar, il Caffè Moro poco prima delle 17 di domenica. Giuseppe Russo, 27 anni pregiudicato residente a Cuggiono sposato da un anno e padre di un bimbo di sette mesi,  viene ucciso da due uomini che arrivano in moto davanti al bar, scendono, entrano e scaricano un intero caricatore sul torace di Russo. Poi se ne vanno. L’uomo riesce a trascinarsi fuori dal locale, tra i clienti terrorizzati, e arriva fino ad una pasticceria poco distante. Poi si accascia. In pochi minuti arriva un’ambulanza ma Russo muore durante il tragitto verso l’ospedale di Gallarate.

Giuseppe Russo, di origine calabrese, aveva altri 6 fratelli, 2 maschi e 4 femmine, ed era il nipote di Mario Filippelli, 32 anni, pluripregiudicato sotto sorveglianza speciale, e piccolo imprenditore edile. Suo era un cantiere in via Silvio Pellico multato tempo fa dai carabinieri a causa delle violazioni delle basilari norme di sicurezza.
 
La mamma di Russo è stata a lungo nella caserma dei carabinieri di Lonate Pozzolo, accompagnata da una cognata e da uno dei fratelli di Giuseppe. Sconvolta ma molto determinata ha detto: «Mio figlio sapeva farsi rispettare e rispettava gli altri. Deve esserci stato uno scambio di persona, non c’è altra spiegazione. Mio figlio era una brava persona, veniva da me a mangiare tutti i giorni, quando era in un pausa. La mia vita senza di lui non sarà più la stessa».

 

I carabinieri, per ora, escludono qualunque collegamento tra i due episodi ma le indagini proseguono in ogni direzione.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 27 Novembre 2005
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