Convegno di Legambiente: “Più parchi, più natura e più società”

Si è svolto giovedì 26 febbraio alla sede del Consiglio Regionale

Mentre il Consiglio Regionale discute la proposta di riforma della legge regionale delle aree protette, Legambiente dice la sua e chiama al confronto gli enti gestori dei parchi, i comuni, le province, le istituzioni di ricerca e le associazioni, con una conferenza pubblica organizzata oggi presso la sede del Consiglio Regionale.
Sono molti i punti controversi della proposta di legge regionale che punta a un completo riordino degli enti gestori, secondo obiettivi poco chiari. «Il rischio maggiore è che la riforma produca un grande scompaginamento degli enti parco – dichiara Damiano Di Simine, presidente di Legambiente Lombardia -, causando una prolungata paralisi nel loro funzionamento: ciò produrrebbe inefficienza, blocco di progetti e calo del consenso di cui i parchi godono nella nostra regione, il tutto in un momento in cui ogni ente dovrebbe invece fare la propria parte per rispondere ad un crescente bisogno di interventi a favore dello sviluppo locale e delle opportunità di occupazione, in primo luogo nelle attività di manutenzione del territorio».
Il territorio custodito dalle aree protette regionali (Parchi Regionali, Parchi Locali d’Interesse Sovracomunale, Riserve e Monumenti Naturali) rappresenta ben il 23% dell’intera superficie regionale: una cifra che basta da sola a definire l’efficacia della norma, la legge regionale 86 del 1983, che la Regione intende riformare. «Proprio perché partiamo da un’ottima legge, siamo estremamente preoccupati da una riforma che non dichiara apertamente quali siano i suoi obiettivi» rileva Marzio Marzorati, responsabile Parchi di Legambiente Lombardia .
La proposta di legge in discussione è orientata ad aumentare il peso della Regione nella vita delle aree protette: dalla nomina dei direttori alla funzione di “arbitro” nei dissidi locali, ma a fronte di ciò non profila nuovi investimenti regionali, in quanto i costi di funzionamento degli enti parco resterebbero in maggioranza a carico dei comuni. Fin troppo facile prevedere che una simile modifica produrrebbe un pericoloso calo di consenso locale nei confronti dei parchi. La legge prevede anche aspetti positivi, come il maggior riconoscimento offerto ai parchi locali o il progetto di una “rete ecologica regionale” per mettere in collegamento tra loro le aree protette, per questo l’associazione ha tenuto fino ad oggi una linea di apertura al confronto con il Legislatore lombardo. Ma già dai primi passaggi di discussione nella Commissione Ambiente è emersa la volontà di metter mano al Piano del Parco, lo strumento che detta la disciplina urbanistica del territorio regolamentando gli interventi di trasformazione.
«Non siamo disposti ad accettare in silenzio alcun indebolimento della norma che sblocchi la cementificazione all’interno di aree tutelate – conclude Marzorati – mentre crediamo che debbano essere messi a punto strumenti finalizzati ad un maggior coinvolgimento delle associazioni, delle imprese e delle comunità locali nella vita dei parchi: ben venga l’assunzione di una maggior responsabilità da parte della regia regionale nello sviluppo di programmi per la valorizzazione dei patrimoni naturali e culturali tutelati, ciò segnerebbe una inversione di tendenza nel continuo taglio alle risorse verificatosi nell’ultimo decennio. Ma di ciò nella legge non c’è traccia».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 26 Febbraio 2009
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