Processo al disabile che reagì a una multa: “Vai a c…”
Il curioso caso di un uomo che a Ternate non trovò libero il suo posto e finì per litigare la municipale
Un processo curioso si è svolto oggi in tribunale con la testimonianza di un uomo di 54 anni accusato di violenza su pubblico ufficiale e ingiurie. Si tratta di un litigio, per una multa, tra un vigile e un automobilista, con tanto di intervento dei carabinieri per sedare gli animi. Ma la particolarità è che l’imputato è un disabile al 75 per cento.
E’ l’11 settembre del 2007, sono 9 del mattino, a Ternate. L’imputato parcheggia in piazza nei posti a disco orario, sbagliando l’indicazione sull’orario di arrivo nel suo segnatore (mette le 19, e invece sono le 9).
Il vigile se ne accorge e lo dice all’uomo. La comunicazione tra i due, tuttavia, non è molto serena e in pochi istanti inizia un litigio che, per stessa ammissione dell’imputato, si conclude con una frasetta di troppo. “Ma vai cag…”. Nella confusione, il blocchetto delle contravvenzioni cade a terra.
Durante l’interrogatorio in aula questa mattina (si tratta di un processo abbreviato e condizionato all’esame dell’imputato) l’imputato ha raccontato la sua versione dei fatti.
Il vigile se ne accorge e lo dice all’uomo. La comunicazione tra i due, tuttavia, non è molto serena e in pochi istanti inizia un litigio che, per stessa ammissione dell’imputato, si conclude con una frasetta di troppo. “Ma vai cag…”. Nella confusione, il blocchetto delle contravvenzioni cade a terra.
Durante l’interrogatorio in aula questa mattina (si tratta di un processo abbreviato e condizionato all’esame dell’imputato) l’imputato ha raccontato la sua versione dei fatti.
Ha spiegato di essere munito di regolare pass (l’uomo guida ma ha un braccio artificiale), e che era giunto in piazza, trovando il posto pre i disabili occupato. La vicenda è complessa, tra gli elementi di prova presentati ci sono anche le foto della piazza scattate dalla telecamera del comune, e i verbali di testimonianza degli agenti. Tutto ruota intorno alla presunta violenza, e cioè una sberla, o un buffetto, al blocchetto delle contravvenzioni. C’è stata oppure no? Deciderà il giudice.
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