eXtrafesta, due giorni d’incontro tra migranti e italiani
Sabato 27 e domenica 28 musica, sapori e dibattiti ai giardinetti di Verghera.
Torna a Samarate l’eXtrafesta, la festa inteculturale promossa dalle comunità straniere di Samarate e del gallaratese, Associazione Nizzy, Acli e Sinistra per Samarate. Sabato 27 e domenica 28 giugno, due giorni di musica e cucina etnica, ma anche di dibattiti per conoscere meglio i migranti, le loro storie e la loro cultura. L’appuntamento è, come lo scorso anno, ai giardinetti di Verghera.
di specialità cubane e brasiliane. Domenica 28 giugno la festa animerà l’intera giornata: si parte al mattino con i giochi per bambini e si prosegue con il pranzo multietnico (nella foto, un momento della prima edizione) e con musica e balli nel pomeriggio, fino a sera. Il sabato sera sarà dedicato anche al dibattito, aperto da un momento di confronto tra italiani e stranieri: le comunità di migranti porteranno la loro esperienza e si confronteranno sui problemi della permanenza in Italia, con l’aiuto di Giovanna Rossi, presidente delle Acli di Samarate. «Abbiamo distribuito lettere di invito in varie lingue, per cercare di raggiungere tutti gli stranieri samaratesi» spiega Rolando Fariselli, di Sinistra per Samarate. Al primo momento di confronto seguirà dalle 22 il dibattito “Quale integrazione”, coordinato da Fabio Quassoli, ricercatore al dipartimento di sociologia dell’Università di Milano Bicocca.Nei due giorni della festa il Coordinamento Pace e Solidarietà di Gallarate distribuirà materiale contro il "pacchetto sicurezza" varato dal governo.
«Con l’eXtrafesta vogliamo contrastare la diffusa insofferenza verso lo straniero» spiega Giovanna Rossi delle Acli samaratesi. «Non dobbiamo dimenticare che queste persone sono venute in Italia per lavorare, da noi svolgono i lavori più umili, pagano le tasse e versano i contributi che servono a pagare le nostre pesioni. Pensiamo alle badanti, che si prendono cura dei nostri anziani dei nostri anziani, con un costo per la famiglia molto inferiore alle case di riposo. Penso a quanto sia umilinate per loro essere definiti invasori». La realtà è questa: l’ostilità di alcuni italiani e delle misure del governo finisce per colpire prima di tutto i regolari, che qui hanno un lavoro, una famiglia, una vita.
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