Rinvio a giudizio per Caianiello, la giudice si astiene
Il Gip Chiara Venturi ha rimesso la questione nelle mani del presidente del Tribunale di Busto Arsizio Antonino Mazzeo che dovrà decidere il da farsi. L'esponente del Pdl, secondo la Procura, potrebbe aver intascato una mazzetta da 400 mila euro
Ha scelto l’astensione e si è rimessa nelle mani del presidente del Tribunale di Busto Arsizio Antonino Mazzeo, il giudice per le indagini preliminari Chiara Venturi che oggi, giovedì 25 giugno, avrebbe dovuto decidere sul rinvio a giudizio di Nino Caianiello, dirigente provinciale del Popolo delle Libertà, sotto inchiesta dal 2005 con l’accusa di concussione nei confronti del costruttore Leonida Paggiaro al quale sarebbe stata chiesta una tangente da 400 mila euro, da parte di Caianiello e l’architetto Michele Miano, per facilitare la costruzione di un centro commerciale a Gallarate. La decisione di astenersi da parte del gip giunge dopo che lo stesso giudice ha deciso sul rinvio a giudizio dell’ex-capo dell’urbanistica del Comune di Gallarate Gigi Bossi. della sua compagna Federica Motta e dell’architetto Riccardo Papa. La sua posizione, dunque, potrebbe essere non sufficientemente equilibrata per poter dare un giudizio sulla richiesta di rinvio a giudizio.
Il rinvio a giudizio era stato richiesto dal sostituto procuratore presso la Procura di Busto Arsizio Cristiana Roveda, in uno dei suoi ultimi atti prima di lasciare Busto per Milano. Le accuse contro Caianiello derivano dalle dichiarazioni dell’imprenditore gallaratese Leonida Paggiaro, impegnato già tre anni fa, all’epoca dell’avviso di garanzia a Caianiello, in un procedimento giudiziario a Verbania a carico dei cugini Racchelli, Ettore e Walter, il primo dei quali era stato prima assessore della Regione Piemonte, poi assessore provinciale a Verbania, sempre in quota Forza Italia.
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