L’orto del futuro? È verticale
L'idea era proposta nel concorso di architettura Ortinparco: il progetto di due architetti varesini ha vinto il primo premio
Come fare ad avere nuovo spazio per coltivare, magari nel bel mezzo di una città? Ma con un orto verticale, è ovvio. Che ha anche il vantaggio di essere persino mobile. L’idea è stata proposta in un
concorso di architettura collegato alla manifestazione Ortinparco, a Levico Terme (TN): a sviluppare meglio di tutti la proposta è stato un gruppo composto da due architetti di Samarate, Davide Sironi (28 anni) e Sara Tommasi (26), e da una ragazza bulgara, Rositsa Todorova Ilieva (26), anche lei architetto che sta facendo il dottorato di ricerca al Politecnico di Milano. «I nostri orti sono realizzati in materiali naturali e che si rifanno alla tradizione, cartone riciclato e feltro» spiega Sara. «Abbiamo chiamato il progetto OrtoLana, per sottolineare l’uso della lana per sviluppare il tema dell’orto alpino». Un progetto che punta alla sostenibilità «economica (costi di realizzazione molto bassi), ambientale
(colture autoctone, assemblaggio a secco) e sociale (coinvolgimento attivo ed educativo)», con un impatto ecologico minimo. All’interno delle “tasche” degli orti verticali, allestiti tra un albero e l’altro del parco, trovano posto ortaggi ed essenze floreali.
Il concorso era collegato alla manifestazione Ortinparco: su oltre settanta progetti presentati da giovani architetti, quattordici sono stati realizzati ed esposti all’interno dello stupendo parco di Levico Terme, vicino a Trento. Tra questi, quello degli architetti varesini (nella foto, da sinistra: Sara, Rositsa e Davide), che ha poi ricevuto il primo premio.
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