La spiegazione dell’ospedale di Saronno

L'azienda ospedaliera, in una nota, spiega come si sono svolte le procedure diagnostiche eseguite sulla paziente

Per la vicenda trattata il 2 aprile 2010 nel corso della trasmissione “Mi Manda Rai Tre” sono in corso sia una causa penale, nella quale si è costituita parte civile per danni morali la sorella della signora M., sia una causa civile. Nel ribadire assoluta fiducia nella Magistratura, si esprime la più sincera sensibilità sul piano umano alla signora M. A. M.
Per completezza d’informazione, si segnala, inoltre, quanto segue.
La signora ha eseguito presso l’ospedale di Saronno solo due prestazioni ambulatoriali: un esame citologico di ago aspirato mammario su campione consegnato in ospedale e, successivamente, in data 26 giugno 2007, una mammografia. I due esami hanno avuto risultati discordanti.
L’esame mammografico delle due mammelle indicava chiaramente la necessità di un ulteriore approfondimento diagnostico.
Nell’agosto 2007, dopo circa due mesi dalla data di esecuzione dei due esami, l’Azienda ha ricevuto richiesta di risarcimento danni “al fine di addivenire a una definizione bonaria della vertenza” e successivamente un atto di citazione per una causa civile. Inoltre, è anche pendente una causa penale.

È opportuno in questa sede aggiungere una breve descrizione dell’iter che viene seguito nel nostro ospedale in caso di sospetta neoplasia della mammella.
La diagnostica senologica prevede l’integrazione pluridisciplinare tra diversi specialisti: clinico (chirurgo-oncologo), radiologo e anatomopatologo. 
Come documentato dalle società scientifiche nazionali e internazionali, in caso di riscontro clinico si prevedono queste azioni:

·        Visita senologica
·        Indagine mammografica e/o ecografica
·        Esecuzione di ago aspirato clinico o ecoguidato in caso di lesione sospetta.
Al  termine di questo iter, se tutte le metodiche suddette orientano verso una patologia benigna, la donna viene seguita con un controllo a cadenza annuale.
Se, invece, tutte le metodiche orientano verso una patologia maligna, la donna viene avviata a un trattamento chirurgico.
Quando esiste una discrepanza fra gli esiti delle indagini diagnostiche si propongono ulteriori accertamenti che prevedono:
·      Ripetizione dell’agoaspirato
·      Indagini maggiormente invasive quali biopsia
·      Biopsia chirurgica escissionale a scopo diagnostico.
 
Si segnala infine che dal 2003 al 2009 nell’Azienda Ospedaliera sono stati eseguiti circa 5mila esami citologici di ago aspirato mammario.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 07 Aprile 2010
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