L’opposizione contro l’abbattimento dei tigli

Sandra Scorletti contesta la decisione della giunta di realizzare un marciapiede tra la chiesa e il cimitero. Un'opera che avrà conseguenze sui tigli dedicati ai 23 militari caduti nella Grande Guerra

I tigli che dovrebbero essere abbattuti«Errare humanum est, sed perseverare in errore diabolicum est». Così inizia la presa di posizione di Sandra Scorletti, capogruppo della lista d’opposizione “Biandronno c’è”. Al centro della disputa c’è viale Rimembranze: « I nostri “lungimiranti” amministratori comunali, guidati dal sindaco Calabretta – si legge nella nota –  già qualche anno fa stavano commettendo un errore simile a quello di cui vi parlo in questo articolo, decidendo di abbattere numerose querce sul luogo del costruendo posteggio di Cassinetta. Allora ritornarono sulla loro decisione, poiché “sensibilizzati” da una raccolta di firme dal noto Pietro Parola, aiutato dagli anziani del centro sociale. Quelle querce erano state piantate diversi anni prima dai bambini della scuola elementare.
Cosa succede oggi? Ebbene la nuova amministrazione comunale, sempre a guida Calabretta, ci riprova (perseverare est diabolicum). Stavolta, con una delibera di Giunta, decreta di abbattere i tigli di viale Rimembranze, per consentire la realizzazione di un marciapiede che dovrebbe risolvere l’annoso problema del collegamento piazza-chiesa-cimitero. Come abbiamo già fatto notare in consiglio comunale, l’opera non risolve il problema, ma non è sulle questioni tecniche che voglio soffermarci in queste righe. Qui intendo affrontare il tema sotto tutt’altra angolazione. I nostri “lungimiranti” amministratori che dovrebbero essere, per mandato, gelosi custodi della nostra memoria collettiva, non sanno, o fanno finta di non sapere, che quei tigli sono stati piantati lì in memoria dei caduti nella prima guerra mondiale e che ciascuno di essi recava una targa col nome di uno di loro? Ventitre giovani Il monumento commemorativo di Biandronnouomini di Biandronno, quando gli abitanti del nostro paese erano circa la metà di quelli attuali. Ventitre ragazzi che furono costretti a sacrificare la loro vita in una guerra che viene chiamata grande guerra per il gran numero di paesi coinvolti, e per essere stata una delle più terrificanti carneficine della storia. Una guerra in cui i soldati furono trattati come “carne da macello”, ed in cui spesso si poteva morire annegati nel fango delle trincee. Una guerra in cui ogni uomo viveva, istante per istante, il senso della propria fragilità, come recita l’indimenticabile verso di Ungaretti: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie.” Ebbene , forse che oggi quei ragazzi sono meno degni di essere ricordati? Penso di no. Sono convinta che i cittadini di Biandronno non permetteranno che si compia un tale scempio del paesaggio, ma soprattutto della memoria. Sempre Ungaretti ci ricorda che “ nel nostro cuore nessuna croce manca”.
Questa potrebbe essere l’occasione buona per riparare ad una dimenticanza collettiva. Il prossimo 4 novembre e quelli a venire, festeggiamoli ricordando quegli alberi e quello che significano, in modo che nessuno dimentichi più».
Della questione si occuperà il prossimo consiglio comunale. Intanto sono state consegnate in Comune 150 firme raccoltre tra la popolazione che si oppone al progetto.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 21 Giugno 2010
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