Dopo il rimpasto acque agitate nel centrodestra
PdL e Lega confermano la solidità dell'alleanza dopo la nomina di Bonacina all'urbanistica. Ma una parte della base leghista è critica: "per noi è un autogol"
Acque agitate nel centrodesta samaratese dopo il mini-rimpasto che ha sostituito il finiano Luca Gallazzi con Marco Bonacina. Se i finiani promettono battaglia in consiglio comunale (in particolare sulla convenzione con l’agenzia Aslam), serpeggiano tensioni anche in seno al resto della maggioranza. Dopo le voci sulle dimissioni del presidente del consiglio Stefano Cecchin, la Lega Nord si affretta – per bocca del segretario Fabio Paleari – a precisare che «non ha mai chiesto le dimissioni di Cecchin» e neppure di Maurizio Brambilla, che si è dimesso «per motivi di tempo» da dedicate alle commissioni. Sul fronte del PdL, il capogruppo Massimo Cappellano e il neoassessore Marco Bonacina tagliano corto sulle polemiche e confermano che «il rapporto Lega/PdL è positivo, serio e robusto e il pieno appoggio al programma elettorale è confermato».Ma anche l’analisi impietosa del segretario del Pd Ilaria Ceriani ha lasciato il segno: la Lega Nord, accusata di essere ostaggio dell’ex sindaco socialista Luigino Portalupi. Cappellano e Bonacina hanno subito precisato che le correnti nel partito non esistono, che non c’è nessuna longa manus di Portalupi dietro la nomina di Bonacina: «Il PdL è un laboratorio in cui non vi sono egemonie, non vi sono gruppi precostituiti per la vita amministrativa; al limite si può affermare che vi sono comunanze culturali e di scelta di vita», ma non correnti. Insomma un partito fatto di «”uomini liberi” che amano questa città e che si sono dichiarati interessati e disponibili a mettere a disposizione il loro tempo e le loro conoscenze».
La Lega, dal canto suo, risponde a tono al Pd ma deve fronteggiare anche il malumore di una parte della sua stessa base. «Offende molto – scrivono sul blog del carroccio – il subdolo pensiero che 7 consiglieri della lega, possano essere privi di capacità celebrali e costretti a farsi manipolare da quello che loro definisco il burattinaio, in questo primo anno è stato certamente dimostrato il contrario». Ma se si tira in ballo e si rinfaccia agli avversari di fare polemica («non prendiamo consigli da chi per motivi interni non ha fatto nulla, non hanno altri argomenti se non sempre e il solito Ptg»), c’è chi tra le file leghiste non gradisce che si metta a tacere il passo indietro rispetto alla linea dura del passato. Scrive PM (l’ex segretario Paolo Macchi?): «Non è rimproverando gli altri di diverse e deprecabili mancanze che ci si può sentire autorizzati a fare di tutto e di più. L’elezione di Bonacina come esponente di una certa corrente è un’autogol della Lega. Ora il Sindaco dovrebbe spiegare perchè ha raccolto voti garantendo determinate condizioni di governo e ora svende pezzi del proprio partito pur di rimanere saldamente al suo posto». Il richiamo è di tornare alla Lega dura e pura e a non farsi sottomettere dal Pdl: «non dimenticate che avete vinto perché la gente si è fidata e ha creduto nella possibilità di un cambiamento che invece non sta avvenendo»
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