Undici mesi dalla frana e lo smottamento continua

È passato quasi un anno, la Procura sta indagando su eventuali reati ambientali, i lavori di sistemazione sono affidati al Consorzio Villoresi, gli smottamenti in cima alla collina continuano

È passato quasi un anno dalla notte tra l’1 e 2 maggio del 2012, quando un primo, consistente smottamento ha dato il via alla frana di Somma, tra la località belvedere (in cima alla collina) e la strada alzaia del Panperduto (in riva al fiume Ticino).

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La frana di Somma, marzo 2013 4 di 5

La frana non è stabilizzata del tutto, ci sono ancora degli smottamenti e i lavori sono condizionati anche dal sequestro dell’area. L’erosione causata dalle piogge (pur non intense) delle settimane scorse ha portato ad una avanzamento della corona (nella foto), il margine superiore della frana che ora è arrivato quasi a lambire la cascina di via Belvedere, unico edificio rimasto a ridosso dopo il crollo della villa della famiglia Rovelli. «La frana è arrivata fino al cancello d’ingresso e non abbiamo più modo di arrivare fino a dentro la casa», racconta Patricia Puetgens, la proprietaria della casa che ora si è trasferita nella Bergamasca. Il materiale che scivola a valle si accumula in fondo al pendio della frana, a ridosso della strada. Il sindaco di Somma Lombardo Guido Colombo parla di «piccoli dilavamenti a causa delle piogge monitorati» e dice che «lunedì ci sarà un intervento sul posto di tecnici comunali e topografi».

L’area della frana è ancora oggi sotto sequestro giudiziario, per un’indagine della Procura di Busto Arsizio che punta a capire se ci siano stati danni ambientali a causa di rimozione di materiale originario, sostituito forse da altro materiale proveniente dall’esterno: per questo motivo sono stati avviati carotaggi per estrarre campioni dal suolo, affidati poi per le analisi all’Arpa. L’idea che ci sia stata una sostituzione della ghiaia della collina con altro materiale è stata avanzata anche da Striscia La Notizia, che ha fatto riferimento ad una fonte (poi identificata) la cui affidabilità è stata messa in dubbio successivamente. L’inchiesta della Procura, però, è coperta da segreto e quindi non si sa quali siano gli altri elementi in mano agli inquirenti. Il sindaco Guido Colombo dice che ad oggi «è stato effettuato il 50% delle analisi e non dovrebbero esserci problemi. Sembra che le accuse venute da quel personaggio non abbiano riscontro».

C’è poi l’altra indagine, quella (in realtà partita prima) per capire le ragioni del crollo della collina e se vi siano responsabilità. Nel mirino – questo si sa dai primi giorni – c’è la condotta di scarico in cemento che raccoglieva le acque provenienti dal depuratore di Somma e le acque di risulta (quelle raccolte dai tombini in caso di temporali e forti piogge) e le convogliava fino allo scarico nel Ticino, tra lo "spiaggione" di Somma e il bacino e diga del Panperduto. La condotta era molto malandata, le segnalazioni tecniche erano di vecchia data e ci sono anche documenti in tempi recenti sul pericolo potenziale e sulla necessità di intervenire. Da questo punto di vista, le indagini sono in corso, sono stati raccolti diversi documenti e sentite diverse persone informate sui fatti.

La messa in sicurezza dell’area è stata affidata da Regione Lombardia al Consorzio Villoresi, mentre il Comune di Somma Lombardo sta provvedendo a ricostruire la condotta che raccoglie le acque, di concerto con Amsc che gestisce la rete idrica. La Regione aveva stanziato 1milione di euro, di questi 400mila euro al Comune, 600mila euro al Consorzio Villoresi. Il Comune ha stanziato complessivamente 800mila euro di sue risorse. Nonostante l’area sia sotto sequestro, amministrazione comunale e Consorzio Villoresi possono richiedere autorizzazioni di volta in volta per interventi di messa in sicurezza. «Stiamo sistemando tutti i collettori che si immettono nella nuova condotta forzata» dice il sindaco Guido Colombo, che spiega che viene rifatta «anche la parte di condotta che non è crollata, per massima garanzia e sicurezza, in modo che tutte le strutture siano rinnovate». I lavori sono svolti anche da Amsc.
La strada a valle della frana è stata sistemata provvisoriamente dal consorzio Villoresi, dopo la scomparsa della storica "rizzada" che caratterizzava questo punto della strada alzaia (la cui proprietà è dell’Aipo, ex Magistrato del Po). La sistemazione provvisoria della strada è ben evidente anche nelle foto satellitari che sono state pubblicate su Google Maps.

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Pubblicato il 11 Aprile 2013
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La frana di Somma, marzo 2013 4 di 5

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