Caso Husqvarna, scende in campo la Regione
Roberto Maroni sceglie la via delle pressioni istituzionali: incontrerà l'ambasciatore svedese per portarlo a conoscenza del discredito che viene gettato sul marchio Husqvarna di proprietà della multinazionale scandinava Electrolux e consegnerà al presidente del consiglio Enrico Letta un dossier sulla vicenda
Nel baretto davanti al comune di Biandronno ci sono alcuni operai della Husqvarna. Aspettano il presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni, per capire cosa ne sarà del loro futuro. Nel pomeriggio le parti sociali si sono incontrate per la seconda volta nel giro di una settimana nella sede dell’Unione industriali di Varese: la proprietà, Pierer Industrie (Ktm), ha ribadito di voler portare a termine il suo non-progetto: chiusura definitiva della produzione di moto a Biandronno e cassa integrazione straordinaria per un anno per 212 lavoratori. La peggiore delle decisioni possibili, presa unilateralmente dalla casa madre austriaca che ha saltato a piè pari le associazioni di categoria e la concertazione, prassi consolidata in questa provincia.
Uno scacco al territorio senza precedenti, che ha convinto Maroni a far scendere in campo la Regione Lombardia e a convocare i colonnelli della Lega Nord nell’ufficio del sindaco di Biandronno Antonio Calabretta. Due ore di confronto con i parlamentari Giancarlo Giorgetti, Fabio Rizzi, Stefano Candiani, il commissario della Provincia Dario Galli, il segretario provinciale Matteo Bianchi. Nel corridoio del comune ci sono i sindacalisti della Cisl, Carmela Tascone, Mario Ballante, Flavio Cervellino, e quelli della Fiom Cgil, Nino Cartosio, Domenico Lumastro, le rsu Fabio Murazzi e Ivan Fogli.
Dietro Pierer industrie c’è Ktm, di cui Stefan Pierer è amministratore delegato. È quindi indubbio che la chiusura dell’azienda di Biandronno avvantaggi la casa madre austriaca, perché quest’ultima in un solo colpo elimina il concorrente più temibile e ne assorbe la corrispondente fetta di mercato. Una prospettiva che, secondo il governatore, dovrebbe interessare l’autorità antitrust europea, forse più obiettiva di quella austriaca. Il piano B prevede invece il subentro di una cordata di imprenditori interessati a produrre negli stabilimenti di Biandronno, ipotesi che giustificherebbe la presenza di Giovanni Castiglioni, uno che di moto se ne intende, alla riunione. «È ancora troppo presto per parlarne – ha concluso il presidente della Regione – prima bisogna bloccare questa operazione».
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