Il nostro autogrill degli uccelli che vale oro
Migliaia di persone visitano ogni anno la Palude Brabbia, un punto strategico per conservare la biodiversità che funge da cerniera fra Alpi e Appennini. La Provincia garantisce il sostegno alla Lipu che gestisce l’area con progetti di sostegno al passaggio degli animali
C’è un posto in provincia di Varese che vale 12 mila visitatori l’anno, viene frequentato da 2000 alunni e da 3000 partecipanti a laboratori dove imparare a riconoscere l’airone cenerino, la moretta tabaccata o le piccole ma micidiali piante carnivore che si possono trovare in quello che unanimemente – e soprattutto da molte parti d’Europa – , viene definito un paradiso.
Per questo la Provincia di Varese continuerà anche quest’anno a sostenere economicamente la Lipu che gestisce la Palude Brabbia, vero gioiello della biodiversità assicurata dal nostro territorio abitato sì, da un milione di persone, ma anche attraversato da specie che ogni anno affrontano lunghi viaggi per nidificare.
Un valore enorme in termini naturalistici, che si basa però su equilibri delicatissimi che è necessario preservare. Per questo motivo oggi il presidente della Provincia Gunnar Vincenzi, insieme ad amministratori locali e naturalisti è voluto salire sulla torre di avvistamento in mezzo al canneto per dirlo chiaro: questo posto non si tocca e spetta a ciascuno di noi proteggerlo.
«Si tratta di una vera e propria eccellenza del territorio – ha detto Vincenzi – che assicura continuità al corridoio biologico che collega l’area a nord delle Alpi con l’Europa meridionale e l’Africa. Provincia di Varese sostiene il progetto LifeTib che ha come obiettivo proprio garantire la mobilità degli animali che popolano quest’area. Anche quest’anno abbiamo deciso di garantire il contributo di 50 mila euro a favore di Lipu che gestisce la Palude per laProvincia».
L’area Prealpina è soggetta ad attraversamenti e ad arrivi di nuove specie vittime del riscaldamento globale: parlammo tempo fa dell’istrice, abitante un tempo del Centro Italia, oggi frequentatore della zona a nord degli Appennini perché più temperata. Ma gli esempi si sprecano, anche per le specie che arrivano a cercare riparo fra i canneti.
Un mondo affascinante, quello della palude: basti pensare solo al regime delle acque che scorrono da sud a nord grazie ad un canale artificiale – il canale Brabbia – che parte dal lago di Comabbio, 238 metri sul livello del mare, per sfociare al del Lago di Varese (243 metri slm): acque che poi finiscono nel Lago Maggiore attraverso il Bardello.
Un punto strategico perché area umida ricca di “chiari”, di aperture cioè lasciate dai cavatori di torba e poi riempite d’acqua che vanno preservati per arginare il processo di intronamento del bacino: un processo naturale che tuttavia se non regimentato farà sparire quest’area, peraltro già salvatasi da decine di tentativi di bonifica, dai tempi del fascio in avanti.
Molti di questi risultati verranno presentati nel corso della due giorni che proprio Lipu ha organizzato all’interno di Glocal15, il festival del giornalismo digitale organizzato perla prossima settimana da Varesenews a Varese.
Massimo Soldarini, della Lipu, presente alla visita in palude a ricordato come esista un intero indotto legato alle attività di salvaguardia del territorio assicurate dal progetto LifeTib: «Nell’appuntamento conclusivo del convegno, quello previsto per venerdì 20 novembre alle 16 al Salone Estense di Varese (qui il programma), illustreremo tutte le attività svolte anche qui in Palude per assicurare la continuità del corridoio ecologico lungo l’asta del Ticino, l’unica che può fare da effettivo collegamento fra il sistema Alpi-Prealpi e Appennino. In tutto si tratta di una ventina di azioni compiute attorno alle quali hanno lavorato decine di professionisti e moltissimi volontari a cui va il nostro ringraziamento per il lavoro svolto».
All’incontro di oggi, 11 novembre erano presenti diversi sindaci della zona che hanno speso parole di soddisfazione per l’apporto che Lipu ha dato in questi anni alla gestione della Palude e del territorio tanto che Inarzo sta pensando di destinare un’area comunale alla realizzazione di una nuova sede operativa della Lega Italiana Protezione Uccelli.
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