Caso Finmeccanica: i delegati della Fim chiedono rispetto
I metalmeccanici della Cisl delle aziende del gruppo Finmeccanica spiegano le ragioni della spaccatura avvenuta con la Fiom durante l'ultimo sciopero
Caro Direttore,
siamo i delegati Fim Cisl eletti dai lavoratori delle aziende del gruppo Finmeccanica che hanno sede nella provincia di Varese, quella che viene chiamata la Provincia con le Ali. Vorremmo brevemente esprimere, a Lei e ai lettori del giornale che dirige, le nostre osservazioni sui fatti che hanno portato sotto i riflettori le azioni di lotta che sono state proclamate negli stabilimenti dove lavoriamo.
Il rilievo del processo di riassetto avviato dallo scorso anno e che dal primo gennaio prossimo farà diventare Finmeccanica la realtà industriale più importante del nostro Paese, è in parte sottovalutato o poco conosciuto: certamente rappresenta una grande novità sia sul piano industriale che nella sua struttura organizzativa. Questo processo determina dei cambiamenti che sono oggetto di un complesso confronto sindacale che coinvolge da una parte l’azienda nelle sue diverse articolazioni e dall’altra le Rsu dei diversi stabilimenti di tutta Italia insieme alle rappresentanze sindacali di categoria ai diversi livelli nazionali e locali.
All’interno di questo quadro abbiamo assistito in queste ultime settimane, avvicinandosi la “scadenza” dei tempi precedenti l’avvio del processo di fusione delle varie aziende, ad un crescendo di tensione provocato da informazioni parziali e allarmanti, che ha introdotto tra i lavoratori perplessità e sospetti ingiustificati. Pensiamo che in una situazione così delicata aver inserito elementi di divisione accusando di scarsa lealtà dei colleghi sia stato un errore che ha determinato confusione tra i lavoratori e indebolito nel suo insieme la rappresentanza di tutte le RSU. In momenti come questi è importante aver ben chiaro quale è l’obiettivo che si vuole raggiungere, ancora più importante dei metodi di lotta che si vogliono utilizzare. Qualcuno ha confuso come fine la dichiarazione di uno sciopero in solitudine, mentre in una fase di negoziato aperto come questa è necessario finalizzare le forze verso la conquista di un accordo giusto, cercando una sintesi che rafforzi la posizione del sindacato. E infatti puntuale è arrivata venerdì 18 dicembre la sospensione di ogni forma di agitazione da parte della Fiom Cgil per poter continuare a partecipare al tavolo della trattativa.
Rispettiamo le decisioni di tutti ma pretendiamo rispetto nei confronti di chi ha opinioni diverse: quello che è successo in questi giorni nelle assemblee e sui cancelli va al di là delle regole democratiche ed espone tutti al rischio di vanificare gli sforzi che insieme stiamo facendo per non disperdere un patrimonio di conquiste sindacali che sono il vero “tesoro” che ha fatto delle nostre aziende varesine un laboratorio di innovative soluzioni contrattuali a livello nazionale. Non si tratta, come sostiene qualcuno, di difendere dei privilegi ma di rafforzare le tutele di lavoratori che hanno fatto grandi queste imprese con la loro fatica, la loro professionalità e il loro impegno.
Ma il cambiamento in atto sembra aver offuscato la visione che alcuni hanno di questo processo riorganizzativo, innestando dei meccanismi di conservazione che, specialmente a livello di strutture aziendali (quindi non solo sindacali), rischia di compromettere la volontà di rilanciare Finmeccanica sullo scenario mondiale. È quanto mai importante che le aziende del nostro territorio non perdano le loro caratteristiche di leader nei settori dell’elicotteristica, dell’addestramento e nella costruzione delle gondole motore dei velivoli civili (nacelles), dando continuità a quel processo di inserimento di giovani che rappresenta senza dubbio un grande risultato per l’azione sindacale e il futuro per tante famiglie.
Guardiamo quindi con fiducia alla prosecuzione del negoziato sapendo che quella a cui stiamo partecipando non è una partita semplice alla cui soluzione positiva si arriverà solo insieme: chiediamo quindi rispetto per tutti e lealtà nei comportamenti, altrimenti a pagare saranno certamente i lavoratori che ci hanno eletto e ai quali tutti abbiamo assicurato il nostro onesto impegno.
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