Emozioni e ricordi, per il saluto ad Arturo Magni

Campioni di motociclismo, appassionati da mezza Europa, samaratesi hanno salutato il grande artigiano delle due ruote, che da direttore Mv Agusta rimase per due decenni ai vertici del motociclismo

funerale Arturo Magni

Sul sagrato della chiesa non potevano mancare due bolidi rossi e argento, per salutare Arturo Magni: il grande direttore del Reparto Corse Mv Agusta (e costruttore con il suo marchio) è stato salutato per l’ultima volta nella chiesa parrocchiale di Samarate, la cittadina a cui era profondamente legato. Per quel nome – Cascina Costa – che oggi è forse più sinonimo di elicotteri e macchine volanti, ma che per almeno due generazioni è stata una vera “capitale” del motociclismo.

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L’addio ad Arturo Magni 4 di 15

E in prima fila, a rendere omaggio a Magni, c’erano tanti soci del MotoClub MV Agusta, una realtà custode della storia della casa motociclistica, dei fasti degli anni tra Cinquanta e inizio Settanta, della tradizione che ancora oggi viene portata avanti dal marchio Mv e dal tocco retrò della Magni. «Quando si è trattato di scegliere la guida del nostro motoclub, è stato subito chiaro che per tutti noi il presidente non potevi che essere tu» ha detto Giancarlo Libanori, attuale numero 1 del Motoclub. «Conosciuto in tutto il mondo, dall’Europa al NordAmerica fino al Giappone, per quelle connessioni di passione, cuore e lavoro che anticipavano e andavano ben oltre anche le attuali connesioni Internet».

«È stato un compagno amichevole nel nostro bellissimo hobby, il motociclismo» ha aggiunto Joachim Kuschewski, presidente dei motoclub MV Agusta in Germania, venuto fino in Italia per salutarlo. «Ha fatto amare il marchio Magni ed Mv Agusta, per questo vogliamo dire tutti grazie a lui. Avrà sempre un posto nei nostri cuori». Sul sagrato erano schierate una MV Agusta 861cc e una Magni “Filo rosso” a tre cilindri: ed è toccato al leggendario campione Giacomo Agostini (15 volte campione del mondo) far rombare il motore della Magni, per onorare l’addio ad Arturo.

Roberto Morandi
roberto.morandi@varesenews.it

Fare giornalismo vuol dire raccontare i fatti, avere il coraggio di interpretarli, a volte anche cercare nel passato le radici di ciò che viviamo. È quello che provo a fare a VareseNews.

Pubblicato il 04 Dicembre 2015
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