Turchia: fallito il tentativo di colpo di stato dell’esercito

L'esercito ha tentato di prendere il potere in Turchia in contrapposizione al presidente Erdogan. Il golpe è fallito per l'opposizione della popolazione, scesa in piazza su invito dello stesso Erdogan e degli imam

ankara

Tentativo di colpo di stato in Turchia. I militari hanno annunciato di aver preso il potere intorno nella tarda serata di venerdì 15 luglio. 

Fonti vicine al governo hanno confermato il fallimento del golpe intorno alla 1.45. Alcuni militari sono stati arrestati dalle forze di polizia fedeli al presidente Erdogan, che è atterrato a Istanbul all’aeroporto Ataturk intorno alle 2.30 accolto da migliaia di persone festanti.

Erdogan appena atterrato ha parlato di attacco alla democrazia e ha annunciato pesanti punizioni per i militari coinvolti nel tentativo di golpe, aggiungendo che sarà l’occasione per fare pulizia nelle forze armate del Paese.

Il colpo di stato è cominciato intorno alle 22.30: si sono alzati in volo elicotteri e aerei, i carri armati sono entrati nelle principali città, la sede della televisione turca è stata occupata e anche le sedi del partito AKP del presidente Erdogan sono state prese dai soldati.

Anche il capo di Stato Maggiore dell’esercito, vicino a Erdogan, è stato arrestato. I militari, molti dei quali giovanissimi, hanno subito inviato un messaggio in televisione garantendo il mantenimento dei rapporti diplomatici internazionali. Nel contempo è stata annunciata la legge marziale e l’entrata in vigore del coprifuoco (non rispettato): l’esercito ha anche promesso una nuova costituzione democratica per riportare i diritti civili in Turchia.

Molti social network sono stati bloccati e la TV di stato ha interrotto le trasmissioni: in realtà sono stati molti a riuscire a  comunicare con Periscope e Twitter soprattutto, mostrando in tempo reale la reazione della popolazione al tentativo di colpo di stato.

Erdogan ha invitato la popolazione turca a scendere in piazza contro i golpisti intorno alle 23.30: lo ha fatto con un messaggio diffuso via smartphone, amplificato dalla CNN turca, un enorme paradosso visti i severi divieti imposti dal suo governo all’uso di social network e mezzi di comunicazione. “Resistete, sono ancora il vostro presidente”, ha detto al telefono. L’aereo presidenziale di Erdogan si è  poi alzato in volo alla ricerca di un Paese dove rifugiarsi, secondo le informazioni diffuse nelle concitate ore del tentativo di colpo di stato: l’aereo presidenziale è atterrato intorno alle 2.30, riportando il presidente a Istanbul.

In questa concitata nottata ci sono stati focolai di scontro tra popolazione civile e militari in varie parti del Paese, con diversi feriti e anche alcune vittime. Anche gli imam e i muezzin hanno fatto appello ai fedeli a scendere in piazza e ribellarsi al golpe.

L’appello del presidente turco è stato accolto da numerose persone: per le strade si sono susseguiti caroselli pro Erdogan, cortei con bandiere turche, ma anche scontri a fuoco tra civili, polizia fedele al governo e militari, mentre altra parte della popolazione (minoritaria) sosteneva apertamente il colpo di stato.

In molte zone della Turchia i cari armati sono stati bloccati dalla popolazione e i militari golpisti disarmati e consegnati alle forze di polizia.

Il presidente americano Obama e il suo vice Kerry, ma anche la tedesca Merkel, hanno espresso sostegno al governo democraticamente eletto di Erdogan.

L'immagine di Erdogan che parla su FaceTime con la giornalista della CNN turca, invitando la popolazione aresistere al tentativo di golpe

L’immagine di Erdogan che parla su FaceTime con la giornalista della CNN turca, invitando la popolazione a resistere al tentativo di golpe

Da tempo è in atto una contrapposizione forte tra la gran parte dell’esercito, storicamente laica, e la volontà di islamizzazione messa in atto da Erdogan e dal suo sistema di potere: numerosi sono stati gli arresti di vertici dell’esercito, sostituiti sistematicamente da uomini vicini al presidente turco.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 15 Luglio 2016
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  1. Avatar
    Scritto da Felice

    Che bella che era la Turchia. Un paese progressista, giovane, laico e democratico che si è venduto alla Democrazia Dittatoriale di Erdogan, che ha saputo eliminare la maggior parte di opposizione per governare indisturbato sopra tutti, imponendo i suoi interessi personali e incominciando a farcire ogni aspetto di laicità turca con il fanatismo religioso musulmano.
    La Turchia ogni giorno che passa diventa sempre più simile al Daesh, altro che scendere nelle strade per difendere la Democrazia. State difendendo un criminale che vi affosserà tutti.
    Peccato che il colpo di Stato sia andato a vuoto ma è normale….quando azzeri l’opposizione è difficile poi trovare sufficientemente appoggio sia militare, che politico che popolare.
    Turchia…il nuovo Iraq in terra europea e membro della Nato.

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