“Cerchiamo volontari per insegnare ai migranti un lavoro”
Agrisol, cooperativa legata a Caritas ha attivato nell’Alto Varesotto progetti per insegnare ai giovani richiedenti asilo come lavorare la terra. Ora si cercano artigiani per “passare il testimone” di una professione
Dai un pesce a un uomo e lo nutrirai per un giorno; insegnagli a pescare e lo nutrirai per tutta la vita.
Anche se la cooperativa Agrisol è il braccio operativo di Caritas sul territorio dell’Alto Varesotto, ben si sposano le parole di Confucio per descrivere i progetti in essere con l’obiettivo di aiutare molti giovani africani e mediorientali che chiedono asilo politico nel nostro Paese ad integrarsi imparando un lavoro.
La domanda infatti è: chi potrà rimanere nel nostro Paese, cosa farà per mantenersi?
La cooperativa, che promuove nuove forme di occupazione e sostegno a soggetti in situazione di fragilità, ha già da tempo avviato vari progetti per assistere i migranti durante la loro permanenza in Italia, collaborando con Parrocchie, Comuni e Associazioni e aziende private.
«Agrisol intende promuovere un’educazione che faciliti l’integrazione e l’incontro tra cittadini italiani e rifugiati, per costruire una società che in futuro possa essere autenticamente fondata sul riconoscimento, sul rispetto e sull’interazione di tutte le culture e di tutte le persone che la compongono – dicono dalla Cooperativa di Ferrera di Varese . Abbiamo cominciato ad operare da poco meno di due anni come azienda agricola per la produzione di ortaggi e frutta, oltre occuparsi della gestione del verde sia pubblico che privato».
Su invito della stessa Caritas questa realtà ha iniziato, a partire dallo scorso anno, a dedicarsi ai servizi alla persona: emergenza abitativa e offerta di posti di lavoro qualificato e generico e, lo scorso anno, ha aperto le porte dell’ospitalità ai “ragazzi che vengono da lontano”, spinta dai valori cristiani di solidarietà e fraternità:lo ha detto lo stesso Papa Francesco, “alzare il nostro sguardo verso quegli uomini e donne come noi, nostri fratelli che cercano una vita migliore, affamati, perseguitati, feriti, sfruttati, vittime di guerra”.
Dalla collaborazione instauratasi con la Fondazione Minoprio di Como all’inizio della primavera, questi giovani migranti, sotto la guida di un agronomo, hanno imparato i processi necessari per la coltivazione di ortaggi e la crescita delle piante. Sono così nati i primi laboratori a Caravate e Dumenza: sono stati ripuliti orti incolti e coperti da rovi, preparandoli per la semina delle piantine. L’agricoltura è così diventata strumento di integrazione. Il risultato è stata verdura sufficiente per soddisfare il fabbisogno degli ospiti di tutti i centri della cooperativa. I prodotti sono anche stati venduti, con grande soddisfazione ed entusiasmo di Laerte – l’agronomo – e dei suoi ragazzi.
I migranti hanno avuto in questo modo una possibilità di formazione, che forse potrebbe portarli ad un eventuale lavoro, ma soprattutto hanno conseguito una prospettiva per la loro vita futura sia se rimarranno in Italia, sia se ritorneranno nei loro paesi. Il successo di questa prima esperienza ha suggerito di continuare su questa strada, sviluppando altri laboratori, in cui poter abbracciare l’esperienza “africana” con quella “italiana”.
«Oggi – dice Agrisol – cerchiamo volontari, che ci aiutino nella cura quotidiana dei nostri “ragazzi” e nei progetti futuri: falegnami, sarti, riparatori di biciclette, chiunque voglia arricchire il suo tempo, donando la sua esperienza a tutti i partecipanti ai laboratori. Anche poche ore sono una risorsa preziosa perché la presenza dei volontari è importantissima e fondamentale per la riuscita dei progetti della cooperativa».
Nel laboratorio di falegnameria si imparerà a progettare, costruire e restaurare mobili e altri manufatti in legno: creare dal nulla, oppure riparare un vecchio oggetto piuttosto che buttarlo via, è una grande soddisfazione.
«Saranno coinvolti non solo i migranti dei nostri centri, ma anche tutti gli italiani, giovani o meno giovani, che vorranno partecipare, creando un utile spazio di incontro, dialogo e scambio di esperienze. Chiunque sia dotato di un minimo di manualità potrà accostarsi a questa attività.
Anche nel laboratorio di sartoria potranno lavorare insieme italiani e rifugiati perché alcuni di loro sono sarti: occasione anche questa per superare le barriere culturali, linguistiche, imparare un lavoro e migliorare l’integrazione, diffondendo nella generazione dei più giovani i valori dell’amicizia e della tolleranza reciproca».
Un’ultima particolarità sta nel fatto che nei centri della cooperativa tanti giovani usano la bicicletta come il mezzo più rapido, economico, ecologico e salutare per i loro spostamenti. «Da qui l’idea di un laboratorio per apprendere le tecniche di manutenzione e riparazione delle proprie biciclette. Lavorando insieme, potrebbero senza dubbio nascere valide amicizie tra giovani italiani e africani, che, accomunati dalla stessa passione, potrebbero cimentarsi a scoprire in sella ad una bici gli angoli più suggestivi delle nostre valli» concludono da Ferrera.
Chiunque volesse contattare Agrisol per un’azione di volontariato, può farlo all’indirizzo e-mail: info@agrisolservizi.it o telefonando ad Agrisol al n. 0332 601338.
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