A Caravate una nuova panchina rossa intitolata a Marisa Maldera
La donna morì nel 2003 nel corso di un incidente stradale per il quale in primo grado si è celebrato un processo per omicidio volontario e come sostengono le figlie, vittima di violenze da parte del marito Giuseppe Piccolomo, il killer delle "Mani mozzate"
A esattamente 20 anni dal sospetto incidente stradale in cui Marisa Maldera perse la vita – il 20 febbraio 2003 – l’associazione Anemos Lombardia in collaborazione con il Comune di Caravate ha deciso di intitolarle – lunedì 20 febbraio alle ore 10:30 in via Leopardi a Caravate – una panchina rossa contro la violenza sulle donne perché “l’amore non uccide e il 25 novembre è tutti i giorni”.
Anche se la versione ufficiale, infatti, indica che la donna morì bruciata in un’auto vettura guidata dal marito Giuseppe Piccolomo, oggi condannato all’ergastolo per l’uccisione di Carla Molinari, i racconti crudi delle figlie continuano a suggerire un’altra storia: una storia di violenze, abusi, di un probabile “femminicidio”.
Oggi ciò che è certo è che Marisa Maldera è diventata un simbolo della violenza sulle donne e della necessità di porre fine a questa piaga.
Per questo si è pensato a lei, che era molto conosciuta nella zona del Medio Verbano per l’attività di ristoratrice che svolgeva assieme al marito in una nota pizzeria di Caravate.
Ora il tributo per questa donna, e per tutte le donne vittime di violenza, verrà ricordato in un oggetto simbolo che negli ultimi anni è diventato una testimonianza di impegno, e attenzione, per un argomento di cui non si parla mai abbastanza.
L’anno appena concluso ha segnato dati ancora incredibilmente alti rispetto alle vittime di femminicidio: 120 le donne uccise.
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