L’angelo della morte e il suo “protocollo”, in ospedale molti hanno taciuto

Molti infermieri sentiti dalla Procura hanno confermato la tesi accusatoria sulla somministrazione di farmaci oppiacei in dosi massicce su pazienti che il dottor Cazzaniga aveva deciso di far morire

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A colpire in maniera particolare in questa terribile vicenda che ha portato all’arresto del medico anestesista Leonardo Cazzaniga e la sua compagna e infermiera dell’ospedale di Saronno, Laura Taroni, è la consapevolezza diffusa in ambito ospedaliero delle azioni illegali che il professionista avrebbe commesso nei confronti di pazienti ricoverati in Pronto Soccorso.

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In molti sapevano delle manie di grandezza del Cazzaniga, del suo definirsi “l’angelo della morte” o – addirittura – dio ma nessuno ha cercato di fermarlo, fatta eccezione per i due infermieri che hanno denunciato i casi di somministrazione non corretta di farmaci oppiacei alla direzione sanitaria, poi sfociata in una commissione medica interna che non ha ravvisato la necessità di informare l’autorità giudiziaria.

Oltre ai due arrestati, infatti, la Procura ha indagato altre 12 persone tra medici e dirigenti sanitari e amministrativi che hanno fatto parte della commissione interna che avrebbe stigmatizzato il comportamento del Cazzaniga ma che non fece nulla per fermare questa pratica.

L’infermiere Paolo C., sentito dagli inquirenti, ha dichiarato: «Devo dire di aver personalmente sentito parlare lo stesso Cazzaniga di questo suo protocollo. Come ho detto, lui stesso non fa mistero di avere una sua visione per i trattamenti da riservare a quei pazienti. Una sua frase tipica è: con questo paziente dispiego le mie ali dell’angelo della morte. Una volto ho sentito Cazzaniga dire ad un collega oncologo che se avesse avuto bisogno di posti letto sarebbe passato lui in reparto».

L’infermiere Vincenzo D. era consapevole dell’illegalità di questa procedura: «Sono consapevole che questo trattamento non è lecito sebbene lui ne parli con libertà. Non mi risulta che per nessuno dei casi sospetti vi sia stato su richiesta dei pazienti a Cazzaniga di porre fine alla toro vita ma che sia sempre stata una sua scelta deliberata».

L’operatrice socio sanitaria Ivana M. spiega la “filosofia” che – a suo dire – il medico anestesista sosteneva: «Si tratterebbe della volontà di Cazzaniga Leonardo di cagionare la morte di pazienti anziani o oncologici che nella sua visione non meritano di essere curati perché destinati a morire in breve tempo. Leonardo Cazzaniga non fa mistero delle sue idee su questi pazienti tanto che l’ho sentito più volte dire io sono Dio oppure io sono l’angelo della morte».

Chiara P. conferma un quadro che spaventa: «L’ho sentito dire “faccio (o a volte sono) l’angelo della morte” o anche “adesso faccio il mio protocollo”. Devo dire che mi è capitato, mentre ero in assistenza al dottor Cazzaniga, che lui si rivolgesse a me dicendomi che al paziente avrebbe attuato il suo protocollo. Io gli ho sempre risposto che mi rifiutavo perchè dovevamo lasciarlo al suo decorso naturale, consapevole che quei comportamenti sono illegali».

Orlando Mastrillo
orlando.mastrillo@varesenews.it

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Pubblicato il 30 Novembre 2016
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