La schiuma “battezza” la nascita della Carta per l’Olona
Il giorno in cui è nato il documento per cercare di salvare l'Olona presentava schiuma ed emanava il suo solito odore. Un problema che è tutto varesino
La location scelta per accompagnare la nascita della Carta per l’Olona non è stata casuale. L’amministrazione di Legnano ha insistito molto perchè fosse il Castello Visconteo, una struttura che viene abbracciata dal corso del fiume, e «dal quale vogliamo metaforicamente mandare un messaggio di vicinanza al fiume», ha detto il sindaco della città, Alberto Centinaio.
Una scelta che sottolinea l’allarme che c’è intorno ad un fiume che, anche oggi, ha presentato il conto di anni di disattenzione: la schiuma. Nonostante la pioggia, nonostante il corso del fiume ingrossato e l’impeto delle acque, anche oggi le bolle bianche non sono mancate. A documentarle alcune foto -come quella di questo articolo- postate sul gruppo Facebook “sei di Marnate se” che rilanciano un problema che torna periodicamente agli onori della cronaca. L’ultima -e forse più eclatante- è stata quando in occasione dell’ultima edizione della Cinque Mulini tutta Italia ha visto in diretta sulla Rai il soffice manto bianco che fluiva lungo il fiume.
Un problema che è tutto Made in Varese. L’Olona, infatti, diventa quello che è per colpa di scarichi e depuratori della nostra provincia. A ricordarlo durante la presentazione della Carta è stato Gianluigi Forloni, assessore di Rho, che spiega come «ormai tutti gli scarichi milanesi sono collettati, il problema nasce dai comuni più a monte del fiume». I nostri, appunto. Dati alla mano, tra l’altro, i risultati ci sono stati con l’Unione Europea che ad esempio ha chiuso le procedure di infrazione aperte per gli scarichi di Canegrate e Pero. Un problema che dalle nostre parti, invece, è ancora ben lontano dall’essere risolto.
Qualche settimana fa la commissione ambiente del Pirellone è addirittura arrivata a bacchettare la Provincia di Varese e l’Ato perchè nelle varie audizioni avvenute in regione hanno presentato dati discordanti con quello che il presidente della commissione, il varesino Luca Marsico, aveva bollato con un «inammissibile rimbalzo di responsabilità».
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