Nove profughi saranno ospitati nella casa parrocchiale della Prepositurale
Un annuncio che ha presto fatto il giro della città dove il clamore per la mancata accoglienza di 32 profughi nella primavera scorsa non si è mai veramente placato
Arriveranno questa settimana i 9 profughi che saranno accolti nella casa parrocchiale della Prepositurale in piazza Libertà. L’annuncio è arrivato nel fine settimana a farlo il prevosto monsignor Armando Cattaneo e tutti i vicari della comunità saronnese. In particolare don Armando ha dato la prima comunicazione durante la messa per le Prime Comunioni.
“Partiamo da un appello – ha spiegato don Armando – ai potenti del mondo affinchè queste persone possano restare nel proprio paese, dove resterebbero se non ci fosse guerra e se non fossero affamati. Detto questo visto che questa al momento questa è solo una speranza ci occuperemo, con la Caritas, dell’ospitalità di queste nuove persone che ci ha inviato la Prefettura. Creeremo una piccola Cas, casa di accoglienza straordinaria”.
Gli spazi sono quelli accanto agli studi di Radiorizzonti, la radio parrocchiale: “Ci sarà un delegato Caritas che starà con loro 24 ore su 24 in modo da poter svolgere al meglio il proprio ruolo di mediatore culturale”.
Un annuncio che ha presto fatto il giro della città dove il clamore per la mancata accoglienza di 32 profughi nella primavera scorsa non si è mai veramente placato. Il progetto avrebbe dovuto essere gestito dalla Caritas nella palazzina di proprietà di una congregazione di suore in via Buozzi. Il Comune aveva però riscontrato delle mancanze burocratiche sul fronte del cambio di destinazione d’uso e su alcuni interventi di manutenzione. Carenze che avevano bloccato il progetto a poche ore dall’arrivo dei profughi. A nulla erano valsi gli appelli del Prefetto, del prevosto e di molte associazioni saronnesi. La vicenda si è finita anche in tribunale con un’azione civile contro la discriminazione (in base al testo unico sull’immigrazione) realizzata a carico della Lega nord che in alcuni manifesti aveva chiamato “clandestini” i profughi in arrivo. Una vicenda che si è conclusa, in prima battuta, a favore delle associazioni che hanno avviato la vertenza.
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