In bici in Ungheria: non c’è bellezza senza funzionalità

Da Bolzano a Trento, Marco Zanini è al secondo giorno di viaggio in bicicletta con destinazione Ungheria. Un percorso "blindato" nella ciclovia

In bici in Ungheria: secondo giorno
Il varesino Marco Zanini ha iniziato il suo viaggio in Ungheria, in bicicletta. Fino al 2 settembre percorrerà 4 stati e toccherà 4 laghi molto diversi tra loro: Garda, Bled, Balaton e i laghi artificiali lungo il fiume Drava (Varaždin e Dubrava). Un viaggio in (quasi) solitaria di circa 1700km con oltre 17.000m di dislivello (non seguendo sicuramente la strada più comoda) dal Brennero a Trieste, attraversando Slovenia, Ungheria, Croazia.

Iniziamo la giornata con un giro nell’architettura contemporanea di Bolzano. Esploriamo la zona a nord ovest vicino al castello tra meleti impenetrabili (dove forse hanno paura che gli rubino le mele) e social housing.

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In bici in Ungheria: da Bolzano a Trento 4 di 7

Usciamo da Bolzano e fino a Trento non ci colpisce nulla, tranne un prelibato panino con carne salada e un calice di Teroldego e (ovviamente) un assaggio, direttamente dalla vite a bordo ciclovia, dell’uva da cui proviene.

Oggi tutto in piano lungo il fiume e l’unica salita che affrontiamo è a S.Michele in cerca di una chiesa, che sfortunatamente troviamo chiusa, ma dall’apprezzabilissima facciata. A Trento incontriamo Mariachiara, un’amica che ci porta come benvenuto una bottiglia di vino fresca e della crostata (come si fa a non volerle gia bene?).

Lasciamo Trento e lungo la strada per arrivare a Rovereto parliamo molto del senso di una ciclovia e della differenza tra viaggio e turismo. Viaggiare in ciclovia protetti e con le indicazioni di dove stai andando è bello, ma ho la sensazione che sto viaggiando “tra” le cose e non “nelle” cose. La ciclovia è separata e protetta: è una strada a misura di bici (c’è anche il bici-grill!!) e per accedere nel mondo bisogna uscire da questa infrastruttura.

Prima di Rovereto incontriamo il bellissimo castello di Beseno e mi domando ingenuamente: «se l’umanità avesse costruito un manufatto del genere nel 2017 l’avremmo ritenuto bello e sensato o un eco-mostro?». Mi sdraio nel bel giardino dell’ostello di Rovereto e ci penso su…a domani

Ps: Parlando di bellezza: oggi scopro che le rose davanti alle viti non sono decorative ma sono utili. La rosa si ammala prima della vite e funge da segnale di allerta per i coltivatori. Otto Wagner diceva (forse guardando le rose delle viti a Vienna?) che non c’è bellezza senza funzionalità.

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 18 Agosto 2017
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