Crisi del lavoro: «Comunità Montana deve fare di più»

Il sindaco di Brenta Gianpietro ballardin interviene sul tema delle aziende che chiudono nel Nord: “Occorrono percorsi progettuali per ricercare risorse”

Avarie

«Dopo la Masci di Germignaga e la RSA di Agra a quante situazioni di crisi aziendale e produttive deve assistere il nostro territorio prima che si mettano in atto azioni che prendendo atto di questa grave situazione?».

La domanda se la pone Gianpietro Ballardin in un intervento a ruota libera e molto critico sulla crisi occupazionale.
Il sindaco di Brenta punta il dito su di un attore politico preciso: Comunità Montana.

«Da anni evidenzio, purtroppo inascoltato, questa situazione in un territorio quale è quello della Comunità Montana delle Valli del Verbano ricco di prospettive e capace a mio avviso di creare lavoro e benessere economico a tutti i suoi abitanti grazie alle enormi potenzialità turistico ambientali che vengono riconosciute ed apprezzate da tutti coloro che hanno avuto la fortuna di visitarne i bellissimi luoghi.
Un territorio che invece oggi è in grave sofferenza dovuta all’incapacità politica ed amministrativa di un ente, la Comunità Montana delle Valli del Verbano, che non riesce a mettere assieme le potenzialità, le sensibilità, le preziose conoscenze e competenze territoriali per promuovere un percorso progettuale in grado di ricercare le necessarie risorse per stimolare uno sviluppo e una possibile crescita territoriale».
L’intervento di oggi arriva all’indomani di un gesto clamoroso: le dimissioni, nelle settimane scorse, dalla commissione Bilancio dell’ente montano ora con sede a Luino, proprio in disappunto con la politica gestita dalla maggioranza Piccolo.

«Trentadue realtà amministrative separate da insensate logiche politiche, da favoritismi che tendono a tenere assieme numeri di maggioranza, o personalismi di onnipotenza che si basano solo sulla grandezza delle aree amministrate non allo sviluppo complessivo del territorio e che così facendo assistono passivamente ad un degrado e ad un impoverimento territoriale – continua Ballardin. Non ci si senta offesi se la lettura della realtà dimostra quotidianamente questa grave tendenza; non ci si senta orgogliosi solo attraverso dichiarazioni che evidenziano questa o quella iniziativa rivolta solo ad una dichiarazione di capacità, non è più motivo di orgoglio la singola iniziativa perché non stiamo parlando di noi ma del futuro dei nostri cittadini delle prospettive del territorio in cui tutti noi viviamo della capacità o dell’incapacità a promuovere una politica di sistema capace di aggregare e di costruire qualcosa che possa dare futuro a chi viene dopo di noi».

Poi il punto centrale del dibattere, la questione occupazionale: «Il lavoro non è una variabile indipendente della vita ma una sua condizione fondamentale e imprescindibile. In questa condizione diventa necessario un’azione comune che sappia agire attraverso le funzioni della Comunità Montana per aggregare le forze di tutti i comuni e non dividerle isolando, in questo caso si, coloro che agiscono da “Pezza” convinti che sia ancora il tempo di una politica di parte rivolta ad accontentare i “singoli appetiti” e non gli interessi generali del territorio.
Gli esempi di questi anni hanno dimostrato quanto tempo abbiamo sprecato e quante risorse e occasioni si sono perse sia a livello Comunitario che nell’ambito di Regione Lombardia e delle politiche Nazionali.
Le Comunità Montana sono nate per unire non per dividere e questo vale anche per le azioni comuni che dobbiamo saper sviluppare assieme, anche nelle politiche di accoglienza, altrimenti subiremo questo flusso incontrollato invece di governarlo con ripercussioni che si potrebbero riflettere in negativo sui nostri territori così come per i servizi che dal consorzio archivistico, alla gestione dei rifiuti e ad altre importanti funzioni rimangono inascoltati nella funzionalità di un azione comune».
«La Comunità Montana delle Valli del Verbano è un Ente di secondo livello – specifica Ballardin – non sottoposta al voto ma alla funzione statutaria che all’art. 2 indica:

promuove, favorisce e coordina le iniziative pubbliche e private rivolte alla valorizzazione economica, sociale, ambientale e turistica del proprio territorio, curando unitariamente gli interessi delle popolazioni locali nel rispetto delle caratteristiche culturali e sociali proprie del territorio montano;
b) promuove lo sviluppo ed il progresso civile dei suoi cittadini e garantisce la partecipazione delle popolazioni locali alle scelte politiche ed alla attività amministrativa.

«Non ci si senta offesi, come si è soliti fare, quanto si parla di questi importanti argomenti rimandando il problema dalla parte opposta ma si ragioni sulla necessità di unire per considerare la partecipazione di tutti una necessità ed una grande opportunità.
In questa condizione ci sarà sicuramente l’apertura di un dialogo a cui credo gli Amministratori non vorranno rinunciare.
Se diversamente le frange più “estremiste e conservatrici” dovessero prevalere nella logica di un numero di maggioranza si assumeranno la colpa storica di un enorme danno che già oggi si evidenzia nella sua estrema gravità e che potrebbe far ricadere sul territorio la colpa di un incapacità amministrativa alla soluzione dei problemi a cui tutti i Sindaci dei piccoli e grandi comuni saranno chiamati a rispondere nell’incapacità di costruzione di una politica di sviluppo territoriale in grado di dare prospettiva e sviluppo alla crisi del lavoro, anche in considerazione di una difficoltà che si preannuncia da molte parti sul lavoro frontaliero».

Redazione VareseNews
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Pubblicato il 24 Ottobre 2017
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