Christo si è fermato a Saltrio?

Una piccola provocazione artistica degli Amici del Monte Orsa per annunciare la mostra che racconta 500 anni di storia del paese, e che sarà inaugurata sabato 2 dicembre alle 17

Saltrio - Mostra  Amici del Monte Orsa

Risveglio con sorpresa questa mattina per gli abitanti di Saltrio, che passando dalla piazza hanno trovato il monumento ai Caduti tutto impacchettato con una lucida carta rossa, quasi come un’opera dell’artista Christo.

Lo “scherzetto” non è opera di anonimi burloni, ma porta la firma di Amo, l’Associazione Amici del Monte Orsa, che ha pensato di sottolineare in questo modo un dato di fatto e una domanda: quanto (poco) conosciamo dei nostri luoghi e della loro storia?

«Domanda che serve ad introdurre una mostra che inaugureremo sabato e che racconta proprio la storia del nostro paese – spiega il presidente di Amo, Claudio Gavarini – E’ una piccola provocazione che ci è venuta in mente quando abbiamo capito, con delle piccole interviste, che nessuno sapeva o ricordava cosa è rappresentato nel nostro monumento ai Caduti. Quando scopriremo il monumento, forse qualcuno sarà stimolato e incuriosito a saperne di più non solo del monumento, ma anche della storia di Saltrio».

La mostra, che verrà inaugurata sabato 2 dicembre, alle 17 nella sede Soms di via G.B. De Vittori 1, chiude le celebrazioni per i 500 anni di fondazione della chiesa parrocchiale.

Nella bella esposizione – curata dall’architetto Andrea Magnoni e dal fotografo Sergio Pettenuzzo – tante immagini d’epoca ma anche oggetti e reperti particolari, che raccontano la storia del paese. Una storia fatta di tanta fatica – quella del lavoro nella cave di pietra che per tanto tempo sono state la fonte di sostentamento delle comunità di questa zona – ma anche di bellezza, dal momento che le pietre ricavate dalle cave locali sono andate ad ornare piazze e monumenti in tutta Italia e all’estero. Una storia di lavoro nei campi, di contrabbando, di una comunità che nelle sue vicissitudini ha sempre avuto la chiesa parrocchiale – che venne inaugurata il 4 dicembre del 1517 – come riferimento e “faro”.

Originale e particolarmente curato l’allestimento, con l’utilizzo di materiali locali, in particolare pietra e legno: «Abbiamo cercato di creare qualcosa di bello e di suggestivo – aggiunge Claudio Gavarini – I curatori ci hanno davvero messo tanto impegno e attenzione, e invito tutti a venire a vedere la mostra che racconta il nostro paese e la sua storia».

Non mancano le curiosità, come una dara (un sistema per il trasporto delle pietre cavate con l’uso dei buoi) che ha più di 100 anni, strumenti ritrovati nella vecchia cava di Saltrio e oggetti che raccontano un passato che non c’è più ma di cui molti saltriesi conservano ancora il ricordo.

La mostra resterà aperta fino al 10 dicembre e sarà visitabile tutti i giorni: dalle 17 alle 21 nei giorni feriali, e dalle 9,30 alle 13 (ma anche nel pomeriggio e alla sera) il sabato e la domenica.

Mariangela Gerletti
mariangela.gerletti@varesenews.it

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Pubblicato il 29 Novembre 2017
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