Colombo: “Non abbandonerò mai la mia Sesto”
Il consigliere regionale della Lega nel suo ultimo giorno da sindaco ha tenuto un lungo discorso che, oltre ai tanti ringraziamenti, conteneva anche l'investitura per Enrico Boca. L'opposizione: «Ha usato la città per fare carriera politica»
Il leggio al centro del consiglio comunale, camicia bianca senza cravatta, vestito blu. Marco Colombo ha voluto dare il crisma della solennità al suo ultimo discorso da sindaco di Sesto Calende prima che il consiglio comunale ne votasse la decadenza tecnica. Un discorso, quello del consigliere regionale leghista, recitato con un’evidente emozione, pieno di gratitudine nei confronti di tutti, nessuno escluso. A partire dalla sua famiglia, schierata al completo in prima fila, passando per la sua maggioranza, gli alleati di centrodestra e la protezione civile, fino ai dipendenti della macchina comunale. Colombo ne ha snocciolato i nomi, uno per uno. «Io non vi abbandonerò mai – ha detto l’ex sindaco – Nel mio ufficio in Regione ho una bandiera sestese e la finestra è rivolta verso il Lago Maggiore e la mia città».
Un lirismo inusuale che per qualche istante, ma solo per qualche istante, sembrava aver convinto anche la minoranza. E siccome è difficile spogliarsi in pochi minuti di una storia di amministratore locale che va avanti da nove anni, Colombo ha lanciato un’ultima promessa: «La Marna la faremo e cambierà le nostre vite». E dopo un ringraziamento al vicesindaco Giovanni Buzzi che guiderà Sesto Calende fino alle prossime elezioni e senza aumento di stipendio, è arrivata anche l’investitura in diretta: «Enrico (Boca, ndr), sarai un buon sindaco». (Nella prima stesura dell’articolo i nomi dei due politici erano stati erroneamente invertiti, ndr).
Il tempo di ritirare una targa dedicatagli dalla maggioranza e l’ex sindaco ha fatto il giro dei banchi consiliari abbracciando e stringendo le mani ai consiglieri, compresi quelli della minoranza.
L’OPPOSIZIONE NON HA DIMENTICATO
In realtà i buoni sentimenti sciorinati da Colombo nel suo discorso d’addio non hanno fatto breccia nei banchi dell’opposizione (nella foto). «Un discorso decisamente sentito – ha detto Leonardo Balzarini – ma dispiace aver ascoltato che la propria identità passi dalla negazione degli altri. Non siamo più tutti lombardi e solo sestesi». Ancor più duro il capogruppo Ugo Mazzoccato che dopo aver definito «bello» il discorso dell’ex primo cittadino, lo ha di fatto smontato. «Lei dice di essere stato il sindaco di tutti – ha sottolineato il capogruppo dell’opposizione – ma non è vero lei è stato il sindaco del suo 64%. Non sto discutendo le politiche del centrodestra, ma l’assenza di un dialogo con Colombo che ci ha sempre guardati come nemici e non come avversari».
Mazzoccato per dare valore alla sua affermazione ha elencato alcune mancanze dell’ex sindaco: il mancato coinvolgimento dell’opposizione nell’anniversario della Siai, la cancellazione del murales dedicato alla Resistenza, gli ostacoli messi alla gestione dello spazio Cesare da Sesto, la mancata intitolazione di una via a Don Madonini, un prete coraggioso. «Tutto questo ha avvelenato il clima politico – ha continuato il consigliere comunale – Vogliamo dimenticare le tentate espulsioni dal consiglio comunale, le denunce fatte al segretario del Pd e a Michele Pizzini?. Quando c’è stato il confronto, come sulla viabilità di San Giorgio, non ho avuto problemi a stringergli la mano e a riconoscere il buon lavoro fatto».
IL CARRIERISMO DEI SINDACI
La decadenza tecnica di Colombo è stata votata dalla maggioranza consiliare con l’astensione dei consiglieri di opposizione. L’ultima stilettata Mazzoccato l’ha riservata «al desiderio di carriera» dell’ex sindaco leghista. «Colombo non ha mantenuto una promessa fatta ai cittadini e la sensazione netta è che quel suo 64% lo abbia usato per fare carriera politica in Regione. Non è una cosa che riguarda solo il centrodestra ma anche alcuni sindaci di centrosinistra che hanno fatto lo stesso, perdendo così l’occasione di fare una scelta diversa. E nella memoria rimane solo chi fa la differenza».
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