Comitato Cernobyl: «Trent’anni dopo diamo ancora una speranza a questi bambini»
Anche quest'anno 22 bambini provenienti dalla Bielorussia sono stati accolti da famiglie della provincia di Varese grazie all'attività del Comitato di Induno Olona
Sono passati 30 anni da quella notte del 26 aprile 1986, quando il più spaventoso incidente nucleare della nostra storia contaminò la loro terra. Loro sarebbero nati solo molti anni dopo, condannati già prima di venire al mondo a pagare il prezzo di quella catastrofe.
Sono i bambini di Cernobyl, protagonisti di una tragedia che si rinnova da quella notte e che continuerà a mettere a rischio la loro salute per tanti e tanti anni a venire.
Come accade da 23 anni, anche quest’anno a Induno Olona, il Comitato Cernobyl si è dato da fare per garantire a una ventina di questi bambini provenienti dalla Bielorussia un mese lontano dalle pericolose radiazioni che avvelenano ancora un’ampia fascia del loro paese.
Venerdì i piccoli ospiti sono stati accolti dal sindaco di Induno Olona (nella foto un momento dell’incontro), ieri sera a Laveno Mombello la tradizionale festa di benvenuto: «Trent’anni dopo il disastro di Cernobyl diamo a questi bambini una possibilità per stare meglio – dice il presidente del Comitato, Emilio Vanoni – Per disintossicarsi dalle radiazioni ma anche per trascorrere un mese di vacanza, per uscire per un momento dalla povertà in cui tutti loro e le loro famiglie vivono nei villaggi della Bielorussia, dove le condizioni di vita sono di estrema povertà, più o meno quelle che c’erano nelle campagne italiane prima della Seconda Guerra mondiale».
Accompagnati da due adulti, 22 bambini dagli 8 ai 12 anni, sono arrivati martedì in Italia, accolti dal Comitato e dalle famiglie che li ospiteranno per due settimane in diverse località della provincia, da Induno Olona a Biandronno, da Cantello a Saltrio, ma anche a Cocquio Trevisago, Vergiate ed Appiano Gentile.
Due ragazzini per ogni famiglia: «La comunicazione è importante – prosegue Vanoni – Per questo, anche se facciamo dei piccoli corsi di russo per le famiglie, i bambini vengono ospitati preferibilmente a coppie, in modo che possano sempre avere vicino qualcuno che parla la loro lingua. Per tutto il resto c’è il linguaggio dei gesti che funziona sempre».
In famiglia i piccoli ospiti restano due settimane, nei giorni feriali più che altro per cenare e dormire. La loro giornata è infatti scandita dai giochi all’Oratorio di Induno Olona e dalle molte gite in programma: «Domani andremo alla cascata del Toce, martedì a Varese a visitare la città e i Giardini Estensi poi andremo a Stresa, a Castello Cabiaglio e alla Schiranna – prosegue Vanoni – Poi il 16 agosto si parte per il mare: due settimane in colonia a Cesantico”.
Due settimane in famiglia sembrano poche, ma bastano per far nascere amicizie, affetti, spesso la voglia di rivedersi e dunque la promessa di un ritorno l’anno successivo: «Molti tornano, anche due o tre volte – dice il presidente del Comitato – E’ una bella cosa, anche se poi si limita la possibilità di altri bambini di vivere questa esperienza. Non siamo mai rigidi, si valuta sempre situazione per situazione».
Il Comitato si fa carico delle spese di questa vacanza (circa 1300 euro a partecipante) in collaborazione con le famiglie ospitanti e grazie ad aiuti, sponsor ed iniziative come la vendita di panettoni e le lotterie.
In questi anni sono oltre 700 i bambini che, grazie al Comitato indunese e alle famiglie ospitanti, hanno potuto trascorrere un mese in Italia all’insegna dell’amicizia e dell’accoglienza, lontano dalle radiazioni che li avvelenano giorno dopo giorno.
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