Scrubb, occasione d’oro: “Grazie Varese, qui voglio fare bene”
Andrea Conti lo ha definito "la migliore scelta in quel ruolo". Il canadese avverte: «Attenti alla Coppa, mai dare nulla per scontato»
Thomas Scrubb vuole crescere. Per questo ha accettato la corte della Openjobmetis. Per questo, dopo ogni domanda, guarda al passato e poi si proietta nel futuro. L’ala canadese – 27 anni tra meno di un mese, 1,98 di altezza – «è stata la miglior scelta in quel ruolo che potevamo fare» spiega il direttore generale Andrea Conti, introducendo la presentazione di Scrubb nel quartier generale di Tigros, a Solbiate Olona.
«Sa giocare bene senza palla, si sposa alla perfezione con il gioco di Caja e soprattutto è il collante ideale tra il talento di Avramovic e il talento di Archie, nel nostro quintetto base». Una presentazione lussuosa da parte del massimo dirigente del mercato biancorosso, che Tommy dovrà confermare sul campo a partire dalla amichevole di domani sera – sabato 1 – a Castelletto Ticino, contro Biella.
Lui, Scrubb, inizia come detto guardandosi indietro. «L’anno scorso Avellino era una squadra più ricca di talento individuale, ma anche giocando contro la Openjobmetis mi sono reso conto di come il modo di giocare di Varese era adatto alle mie caratteristiche».
«L’anno scorso ad Avellino, spesso, mi liberavo per le mie conclusioni, ma tanti giocatori amavano avere palla in mano, e talvolta a me la sfera non arrivava. Per un giocatore con le mie caratteristiche è importante sapere quando essere chiamato in causa».
«L’anno scorso ad Avellino ho avuto qualche alto e basso, situazioni anche normali, ma in alcune situazioni avrei potuto giocare più minuti: a Varese dovrei avere più spazio per provare a raggiungere qualche risultato speciale».
Insomma, il nazionale canadese è carico ed è pronto a dimostrare di valere qualcosa in più di un semplice “sesto uomo”, seppure di una formazione importante come la Sidigas. Per questo il suo dialogo con coach Caja è iniziato subito. «Il coach mi ha spiegato qual era l’apporto di Okoye lo scorso anno, mi ha detto che dovrò lavorare molto anche a rimbalzo offensivo, particolare nel quale Stan era bravo. Abbiamo parlato fin da subito del mio ruolo in campo, so che è molto esigente e infatti ci sta abituando a ripetere tante volte lo stesso esercizio, a essere pronti a migliorare anche i dettagli».
Un lavoro di inserimento al quale partecipano anche i giocatori confermati dalla scorsa stagione: «Con loro abbiamo parlato di quella che è l’organizzazione del lavoro in campo e in palestra durante la settimana. Dopo la presentazione, così partecipata dalla gente, hanno insistito sul fatto che ai tifosi piace molto avere una squadra umile: avere la fiducia dei tifosi è una cosa importante».
Canadese, di origini inglesi, con esperienze nei campionati di Finlandia, Germania e Italia: Tommy può parlare con cognizione di causa della prossima esperienza internazionale della Openjobmetis, la Fiba Europe Cup. «Nella passato stagione ci arrivai dopo l’uscita dalla Champions, e con la Sidigas disputammo la finale (persa con Venezia ndr). Quello che posso dire è che in questa competizione non si può mai dare nulla per scontato. La Serie A è un campionato in cui ogni partita è complicata: andare a giocare all’estero dopo un match difficile può riservare sempre brutte sorprese, anche perché il tempo per preparare le gare è ridotto. È necessario restare sempre in guardia, anche contro squadre sulla carta meno attrezzate».
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