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Tarantino sceglie Roma, il Pd attacca: “Aveva detto il contrario”
I dem ricordano le dichiarazioni del sindaco prima delle scorse elezioni del 4 marzo. "La coerenza non è nelle corde di questo sindaco"
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«Di fronte alla scelta tra fare il sindaco o il deputato, Tarantino sceglie il Parlamento e lascia Samarate. Senza neppure il coraggio delle dimissioni». Il Pd di Samarate va all’attacco del sindaco – ancora in carica – Leonardo Tarantino, messo alle strette dal percorso di contestazione della incompatibilità.
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(nella foto VareseNews: Tarantino ai tempi della candidatura nel 2015)
Il Pd ricorda le diverse dichiarazioni in cui il sindaco Tarantino aveva promesso «di restare in carica fino a scadenza naturale del suo mandato». Garanzie date al momento della candidatura. Anzi, presentate come un punto di forza, dice il Pd: «Lo stesso sindaco Tarantino che si è presentato lo scorso 4 marzo alle elezioni nazionali con lo slogan “Un sindaco in città”. Lo stesso sindaco che ha sempre detto, sulla stampa e alla gente, che avrebbe tenuto fede al suo mandato, senza fare altro, fino alla sua scadenza naturale. Purtroppo dobbiamo registrare, ancora una volta, che la coerenza non è nelle corde di questo sindaco».
La inevitabile scelta tra sindaco e deputato, va detto, era già chiara fin dall’inizio, almeno sulla carta: Tarantino era eleggibile (poteva cioè candidarsi e farsi eleggere) in Parlamento ma si sapeva che un giorno o l’altro sarebbe arrivata la possibile contestazione della incompatibilità. Una contestazione che è poi maturata in tempi più brevi di quelli previsti, complice (pare) una certa fermezza dei Cinque Stelle. Così Tarantino e il collega tradatese Dario Galli si aggiungono ai due sindaci regionali (Samuele Astuti di Malnate, del Pd, e Marco Colombo di Sesto Calende, della Lega) che si erano già dovuti dimettere, in tempi molto brevi, perché eletti consiglieri regionali.
«Oggi, di fronte alla scelta che sembra ormai obbligata tra fare il sindaco o il deputato, dichiara che proseguirà il suo percorso parlamentare (alla faccia di “Roma ladrona”), nemmeno avendo il coraggio di dimettersi da sindaco ma facendosi dichiarare decaduto» attacca ancora il Pd. «Certo, perché le dimissioni porterebbero al commissariamento del nostro Comune e minerebbero il percorso della Lega alle prossime elezioni. Quante frottole i Samaratesi dovranno ancora sentirsi raccontare? Quanto ancora dovrà abbassarsi il livello di rispetto delle istituzioni, visto che sulla stampa già vengono proclamati i nomi dei futuri possibili candidati a sindaco, fatti uscire ad arte da membri dell’attuale Giunta? Scommettiamo che sui futuri cartelloni elettorali ci saranno sia il prossimo candidato sindaco che l’attuale sindaco Tarantino, a voler far credere che ci sarà continuità con l’attuale amministrazione? Noi siamo certi che ci sarà continuità: nel non saper prendersi cura di Samarate! Chissà cosa dirà il nostro caro sindaco Tarantino ai suoi concittadini: pensa forse che basteranno ancora sorrisi e caffè al bar? Oppure vorrà far credere che porterà gli interessi della nostra città in Parlamento?».
«Noi continuiamo a sperare che i cittadini samaratesi si rendano conto di quanto la nostra città sia stata lasciata andare alla deriva, e si preparino a guardare allo spessore delle persone che si presenteranno alle prossime elezioni: la Lega e il sindaco Tarantino hanno dimostrato ampiamente di non essere nemmeno in grado di capire, ne tantomeno di realizzare, ciò di cui Samarate ha bisogno».
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