Palafitte di Bodio Lomnago, sabato l’inaugurazione del sito Unesco
Sabato 10 novembre sarà ufficialmente inaugurata l’area di Bodio Lomnago e, durante la cerimonia, sarà anche presentata ufficialmente la guida UNESCO sui siti palafitticoli prealpini
Dopo anni di ricerche e di studi, il sindaco e l’amministrazione comunale di Bodio Lomnago sono lieti di comunicare la conclusione dei lavori sulla palafitta di Bodio Centrale, iniziati dalla Soprintendenza Archeologica di Milano già dal 2006, con i primi sorprendenti risultati, e sviluppati in un ampio progetto nel 2010, grazie al bando regionale per la promozione di interventi di valorizzazione del patrimonio archeologico lombardo, cui aveva aderito Regione Lombardia, stanziando un importante finanziamento per complessivi 78.120 euro, pari al 75 % dell’importo complessivo.
I risultati ottenuti sono stati molto importanti e hanno consentito di rivalutare lo sviluppo degli insediamenti preistorici del Lago di Varese, nonostante le ricerche condotte siano state molto limitate rispetto all’estensione del sito: infatti è stata rilevata solo una minima parte dei pali presenti, ma, nonostante ciò, sono stati riscontrati aspetti fino ad oggi sconosciuti che hanno rivoluzionato le teorie sulla nascita e sulla crescita del villaggio palafitticolo del Lago di Varese.
I lavori, coordinati dalla Soprintendenza Archeologica di Milano, non sono stati sempre semplici, in considerazione del fatto che la palafitta di Bodio Centrale è interamente in acqua e pertanto l’ampio campo di lavoro e di scavo ha richiesto l’intervento anche di sommozzatori qualificati. Sui numerosi reperti rinvenuti e prelevati sono state effettuate analisi dendocronologiche, xilotomiche, paleoambientali, radiocarboniche e archeozoologiche che hanno consentito di datare la Palafitta di Bodio Centrale tra l’Antica Età del Bronzo e l’Età del Bronzo Medio, tra il 18° e il 16° secolo a.C. In particolare, dall’analisi al radiocarbonio dei legni utilizzati per la costruzione dell’edifico individuato come numero 1, prevalentemente ontano, è stato possibile indicare l’anno di abbattimento tra il 1693 e il 1674 a.C.
Dai reperti ossei rinvenuti nell’area palafitticola, inoltre, è stato possibile ricostruire l’ambiente faunistico, con la presenza di caprini, ovini e bovini da allevamento e di cervi cacciati nei dintorni. Da alcuni piccoli frammenti di concotto, nonostante siano stati erosi dall’acqua, è stata rinvenuta la pula di alcuni cereali, che rimandano alle coltivazioni del tempo. Importanti sono anche le testimonianze sull’intensa attività produttiva dell’industria litica, soprattutto schegge corticate ottenute dalla lavorazione della selce, facilmente reperibile in zona. A cura della Soprintendenza Archeologica, è stato realizzato un volume descrittivo delle ricerche effettuati e dei risultati ottenuti (“Storie sommerse. Ricerche alla palafitta di Bodio Centrale a 150 anni dalla scoperta”), cui hanno fatto seguito un pieghevole, un dvd interattivo e un documentario realizzato dallo IULM.
Da ultimo, è stata recentemente posata una pensilina con pannelli esplicativi degli studi, proprio davanti allo specchio di lago delimitato dalle boe che identificano l’area della palafitta, in quel tratto del Lido di Bodio che è stato rinominato “Lungolago UNESCO”, in quanto l’area appartiene al sito seriale transnazionale “Siti Palafitticoli Preistorici dell’arco alpino”, iscritto nella Lista del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO durante la trentacinquesima sessione del Patrimonio Mondiale, tenutasi a Parigi dal 19 al 29 giugno 2011.
Sabato 10 novembre sarà ufficialmente inaugurata l’area di Bodio Lomnago e, durante la cerimonia, sarà anche presentata ufficialmente la guida UNESCO sui siti palafitticoli prealpini.
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